Unione petrolifera/1 - Un anno pessimo per la raffinazione, dal 2010 via l’8% della capacità
Dal 2010 sono stati chiusi impianti per un totale di 8,8 milioni di tonnellate (l’8% della capacità totale) ma il settore resta in una situazione di overcapacity per non meno di 30 milioni di tonnellate
La raffinazione resta “il tema più critico e condizionante di tutta l'attività downstream" e ha vissuto “un altro anno molto difficile, un anno pessimo”, con tassi di lavorazione scivolati intorno al 72%. Dal 2010 sono stati chiusi impianti per un totale di 8,8 milioni di tonnellate (l’8% della capacità totale) e nonostante ciò il settore resta in una situazione di overcapacity per non meno di 30 milioni di tonnellate. È uno dei punti principali sottolineato dall'Unione petrolifera nel suo preconsuntivo 2013. Pesano “il forte calo dei consumi di raffinati, aggravato del peggioramento delle esportazioni (- 18,2%) che hanno portato l’attività produttiva a registrare un decremento delle lavorazioni (- 11,9%, pari a 71 milioni di tonnellate) sia per i quantitativi di greggio che per i semilavorati esteri, che risultano tra le più basse degli ultimi venti anni”.
Le criticità economiche rendono gli assetti degli impianti sempre più onerosi da sostenere e così “più di una raffineria nel corso dell’anno ha sospeso temporaneamente le attività”, mentre per “un’altra (Ies di Mantova) è stata annunciata la chiusura”. La riduzione della capacità, “scesa fra il primo gennaio 2010 e il primo gennaio 2013 di 8,8 milioni di tonnellate”, avverte quindi Up, “è così soverchiata dalla riduzione continua e grave dei consumi da rendere il sistema sempre in overcapacity”. Attualmente, la capacità di lavorazione è intorno ai 90 milioni di tonnellate.
Gettito fiscale in calo di 1,1 miliardi - Il gettito fiscale sugli oli minerali è stimato in calo per il 2013 di circa 1,1 miliardi (- 2,6%) rispetto al 2012, anno record. La stabilità delle accise dei prodotti petroliferi, rimaste invariate nel 2013, “pur se nel costante pericolo di essere aumentate”, unita “al perdurante calo dei consumi dei carburanti” ha prodotto la contrazione, segnala l’Up, “solo in minima parte attutita dal recente aumento dell’aliquota iva al 22% (1 ottobre)”. Nel dettaglio, il gettito delle accise è stimato in calo di 600 milioni, mentre il gettito Iva risulta in decremento di circa 520 milioni.
Consumi indietro di 20 anni - Anche nel 2013 i consumi di energia non hanno mostrato segni di recupero, attestandosi a 163,5 Mtep, con un ulteriore calo del 4% rispetto all’anno precedente, valore che ci riporta indietro di vent'anni, ai primi anni novanta. Dal picco di oltre 193 Mtep del 2005, i consumi di energia sono complessivamente scesi di ben 30 milioni di Tep. L'analisi per fonti evidenzia tuttavia alcuni elementi di novità. Il petrolio, diminuito del 5,3%, è la fonte che ha mostrato il calo più contenuto tra quelle fossili, se confrontato al -7% del gas (colpito dalla forte riduzione nella produzione termoelettrica, -25%) e al -13,4% del carbone (che ha risentito anche della fermata dell'Ilva).