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La Norvegia è il miglior Paese in cui vivere, l’Italia agli ultimi posti

where Milano when Gio, 29/11/2018 who roberto

La classifica è di Degroof Petercam Am ed è stilata in base a trasparenza delle istituzioni e valori democratici, tutela dell’ambiente, popolazione, salute e distribuzione della ricchezza, istruzione e ricerca & sviluppo ed economia

Sono sempre Norvegia, Danimarca e norvegia.jpegSvizzera i migliori Paesi dove vivere sulla base di parametri come  rispetto dei diritti, tutela ambientale, ricchezza e salute. L'analisi, che arriva ogni semestre da Degroof Petercam Asset Management, società di gestione fondi e pioniere negli investimenti responsabili con lo scopo di definire le aree più attrattive per gli investimenti, piazza l’Italia al 29esimo posti su 35 Paesi Ocse.
 
Rispetto all’ultima rilevazione, il podio risulta immutato, ma l’Islanda spodesta la Svezia dal quarto posto, la Germania rimane sesta, mentre l’Austria rientra tra i primi dieci (in decima posizione) a scapito della Nuova Zelanda. Da sottolineare la Francia che, pur perdendo una sola posizione, scivola nella metà peggiore della classifica, uscendo dall’universo investibile in compagnia di Paesi come gli Stati Uniti, il Giappone e la Spagna.
 
L’Italia (29esima) conferma il suo posizionamento, rimanendo nella metà bassa della classifica, una costante dall’inizio delle rilevazioni. Negli ultimi cinque anni il punteggio totale registrato dal Paese si è aggirato tra 50 e 55, a causa di limiti strutturali quali la debolezza delle istituzioni in termini di trasparenza e rispetto dei valori democratici, la distribuzione della ricchezza e l’accesso a cure sanitarie di qualità. La dimensione dell’istruzione e dell’innovazione è particolarmente deficitaria: l'Italia rimane indietro in termini di investimenti in ricerca e sviluppo, accesso a internet e di numero di laureati. La percentuale di appartenenti alla fascia di età 25-34 che hanno raggiunto il livello più alto di istruzione è infatti ampiamente al di sotto della media Ocse. Di conseguenza, il Paese mostra un forte e continuo aumento della quota di Neet, giovani che non hanno un impiego, non studiano e non sono impegnati in percorsi formativi professionali. Se si considera l'evoluzione della disoccupazione di lunga durata e di quella giovanile, la situazione non è promettente, anche guardando alle prospettive demografiche: in primo luogo, il tasso di fertilità in Italia rimane molto basso, pesando sull'indice di dipendenza degli anziani. L'immigrazione, infine, difficilmente risolverà il problema, dato che l'Italia conta uno dei tassi più alti di adulti nati all'estero che non hanno completato nemmeno l'istruzione secondaria superiore.
 
La classifica dei Paesi Ocse viene elaborata analizzando oltre 60 indicatori di sostenibilità, che possono essere influenzati dal governo di una nazione e i cui dati devono essere quantificabili, comparabili ed essere forniti da fonti ufficiali internazionali attendibili (es. World Bank, FMI, UNDP, Freedom House, World Economic Forum).

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