Il packaging che profuma: arriva la bioplastica realizzata con i fiori
Dagli scarti industriali di camomilla e lavanda, materiali ecologici alternativi alla plastica, ideati dall’azienda veneta, produttrice di materiali a basso impatto ambientale
Bioplastica al profumo di fiori: nascono dalla lavorazione di camomilla e lavanda i nuovi blend ideati da Mixcycling, spin-off dell’azienda vicentina di tappi Labrenta, nata a febbraio 2020 da un’intuizione di Gianni e Amerigo Tagliapietra, che attraverso brevetti specializzati punta a nobilitare gli scarti di fibre organiche provenienti da lavorazioni industriali per creare materiali ecologici alternativi alla plastica.
Packaging alla camomilla
La camomilla, scarto di produzione della bevanda, e la lavanda, residuo di distillazione dell’olio essenziale, entrambi prodotti in Italia, diventano ingredienti del packaging in grado di offrire un effetto estetico naturale, piacevole alla vista e al tatto, e una profumazione caratteristica rilasciata dalle fibre. Il materiale ottenuto, da una produzione circolare virtuosa, offre una resa sensoriale che valorizza la confezione, invogliando il consumatore al suo riutilizzo, una volta terminato il prodotto all’interno.
Crowdfunding da 700mila euro
Dopo una prima campagna di crowdfunding, conclusa a settembre dello scorso anno con una raccolta di oltre 700mila euro, quintuplicata rispetto all’obiettivo iniziale, l’azienda ha in programma per dicembre un nuovo round sulla piattaforma CrowdFundMe per finanziare opere strutturali e l’attività di R&D. Mixcycling® nasce da una realtà industriale che esiste da 50 anni, con un forte background nella lavorazione del sughero e nello stampaggio plastico. Proprio dalla necessità di recuperare uno scarto di valore come il sughero è nato il concept Mixcycling®. Mixcycling® vuole diventare un punto di riferimento nel mondo della sostenibilità dei materiali, restituendo alla natura il suo ruolo da protagonista e limitando l’uso di risorse.
Cinque fasi di lavorazione
“Mixcycling è sempre alla ricerca di nuove fibre con cui realizzare biocompositi dall’alto valore aggiunto. Tutti i nostri blend si distinguono per l’aspetto estetico unico e naturale; il Sughera, nostro cavallo di battaglia, ha anche un particolare effetto soft touch” spiega Gianni Tagliapietra, co-fondatore di Mixcycling. “Dopo aver realizzato materiali piacevoli alla vista e al tatto, perché non crearne anche di gradevoli all’olfatto? I nuovi blend a base di fiori mantengono l’aspetto unicamente naturale di Mixcycling e vi aggiungono il profumo delle fibre che li compongono”.
Il processo di lavorazione degli scarti prevede cinque fasi: selezione delle fibre vegetali; macinazione delle fibre attraverso un molino e produzione di polveri/granine a diversa granulometria; sanificazione e attivazione delle fibre mediante trattamento brevettato NTP Technology (Non-Thermal Plasma Technology), che permette di sanificare la fibra vegetale da agenti microbici e aumentare l'adesione tra fibra e polimero "carrier"; le fibre vengono infine miscelate a un polimero termoplastico convenzionale, riciclato, biobased o biodegradabile.