Clini vara il decreto rifiuti per Roma: saranno smaltiti in regione. Crescono differenziata e recupero energetico
Dal 25 gennaio i rifiuti urbani prodotti dai comuni di Roma, Fiumicino, Ciampino e dal Vaticano dovranno essere trattati negli impianti del Lazio che hanno capacità residua autorizzata. Entro il 15 febbraio, poi, le autorità competenti dovranno completare le procedure di autorizzazione di altri impianti. Il testo in pagina Approfondimenti
Negli impianti del Lazio c'è lo spazio per smaltire i rifiuti della provincia di Roma: occorre solo farli funzionare a pieno regime. È la strada per superare l'emergenza nella Capitale imposta con decreto dal ministro dell'Ambiente, Corrado Clini, che lo ha illustrato ad enti locali e imprese, sottolineando che “è uno scudo contro la criminalità organizzata”, che si insinua “in un contesto di scarsa responsabilità delle amministrazioni competenti”.
Il provvedimento, pubblicato in Gazzetta ufficiale, è dunque operativo e impegna nell'arco di un mese le autorità locali a rispettarlo. Altrimenti, saranno sanzionate e interverrà con poteri sostitutivi il neo “supercommissario” Goffredo Sottile, in carica per sei mesi. Ma per il sindaco di Viterbo, Giulio Marini il decreto “è inaccettabile”.
Gli effetti del provvedimento potranno essere verificati già nei prossimi 60 giorni, ha spiegato il ministro dopo una “riunione franca con Regione, Comune di Roma, Provincia di Roma e altri comuni e province del Lazio e titolari delle imprese di trattamento meccanico biologico dei rifiuti coinvolti nel provvedimento”.
“Questa è una strada senza ritorno - ha sottolineato la presidente dimissionaria della Regione Lazio, Renata Polverini - oggi si mette in moto il meccanismo che dovrebbe portare alla chiusura definitiva della fase di emergenza nel Lazio”.
Il decreto si basa sulla legge di Stabilità e supera quindi la normativa regionale, secondo la quale ogni provincia doveva essere autosufficiente, escludendo il trasferimento dai rifiuti da una provincia all'altra.
Dal 25 gennaio prossimo i rifiuti urbani prodotti dai comuni di Roma, Fiumicino, Ciampino e dallo Stato del Vaticano dovranno essere trattati negli impianti del Lazio che hanno capacità residua autorizzata. Entro il 15 febbraio, poi, le autorità competenti devono completare le procedure di autorizzazione di altri impianti nella regione che sono in attesa del via libera ormai da troppo tempo. Ed entro il 30 gennaio - stabilisce ancora il decreto - deve essere reso operativo il piano di raccolta differenziata nel comune di Roma. Che “negli ultimi 15 giorni di dicembre ha raggiunto il 30% al giorno” ha detto il
sindaco Alemanno, ma che è ancora insufficiente, secondo Clini, perché la legge nazionale prevede il 60%. Inoltre, entro fine gennaio devono essere adottate le misure necessarie per favorire il recupero energetico dei rifiuti. Indicazioni che se non rispettate provocheranno l'intervento sostitutivo del commissario Sottile.
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