Il 2012 anno di crescita per l’eolico, ma irripetibile. Lo dicono Anev e Free
I risultati ottenuti - dicono le associazioni - non potranno essere ripetuti nel 2013 e nel 2014, se il Governo non interverrà tempestivamente per risolvere alcune criticità
Il 2012 è stato un anno di crescita per l'eolico in Italia: le nuove installazioni hanno visto superare i 1.200 MW nei dodici mesi. La potenza delle nuove istallazioni eoliche allacciate alla rete elettrica è stata, infatti, di 1.272 MW, in sensibile aumento rispetto al 2011. Grazie a questi impianti, la potenza eolica cumulata alla fine del 2012 è arrivata a 8.144 MW. Lo rendono noto Anev e (Associazione nazionale energia del vento) e il Coordinamento Free (Fonti rinnovabili ed efficienza energetica), le quali avvertono che, a causa di interventi normativi sfavorevoli (aste e registri), i risultati ottenuti nel 2012 non potranno ripetersi nel 2013 e nel 2014, se il Governo non interverrà tempestivamente per risolvere alcune criticità.
Il motivo della crescita “è da cercare nel cambio del sistema di sostegno delle Fonti Rinnovabili (introdotto dal D.Lgs.28/2011) che, entrando in vigore dal 2013, ha spinto gli operatori con progetti cantierabili a farli entrare in esercizio entro il 2012”.
“Non si dimentichi - rileva la nota - che proprio l'incremento delle rinnovabili, e dell'eolico in particolare, hanno permesso al nostro Paese di ridurre le importazioni di materie prime combustibili per il soddisfacimento della domanda di energia, con conseguenti benefici sulla bilancia commerciale e sull'ambiente. Purtroppo, un settore così virtuoso non è adeguatamente sostenuto dalle Istituzioni che, con il DM 6 luglio 2012, hanno introdotto i nuovi sistemi di aste e incentivi, oltre a ulteriori meccanismi farraginosi, che pur avendo fissato un tetto alla potenza ammessa pari a poco meno del 40% di quella realizzata nel 2012, non ha ricevuto offerte sufficienti a raggiungerlo”.
Anev e Coordinamento Free ricordano che l'occupazione del settore eolico è oggi di circa 40.000 addetti, con una crescita media annua di circa 5.000 unità, “cosa che, in un periodo difficile come questo, sarebbe estremamente opportuno preservare”.