Anev, la Regione Campania riprova a bloccare il settore eolico
L’associazione: “Basta con questi attacchi continui e con misure retroattive che ostacolano il settore”
La Regione Campania continua ad ostacolare il settore eolico, adottando provvedimenti penalizzanti e misure retroattive. Lo si apprende da un comunicato di Anev, l’associazione che tutela il settore eolico, intervenendo sul Decreto Dirigenziale n. 51 del 26/10/2016, che impedirebbe la realizzazione di parchi nei Siti di importanza comunitaria (Sic).
Il Decreto Dirigenziale “Misure di conservazione dei Sic per la designazione delle ZSC della rete Natura 2000 della Regione Campania”, prevede che “in tutto il territorio dei Sic la produzione di energia elettrica con turbina eolica a pala rotante è consentita esclusivamente con impianti inferiori a 20 kW”, previsione - rileva Anev - che sembra chiaramente illegittima, privando di utilità la regola in base alla quale nei siti di interesse comunitario (SIC), nelle zone di protezione speciale (ZPS) e nelle zone speciali di conservazione (ZSC), vanno previamente effettuate, in seno all’iter autorizzativo, le Valutazioni di Incidenza e di Impatto ambientale. Infatti, tali attività non sono impedite dalle norme vigenti, come ampiamente ribadito dalla giurisprudenza italiana (Consiglio di Stato, Sez. IV, 17 luglio,2013, n. 3880; TAR Lazio, Roma, Sez. III, April, 13, 2012, n. 3390) e dalla Corte di Giustizia Europea con sentenze 404/2009, 43/2010, 226/2008 e 209/2004 (“i progetti autorizzati prima dell’applicabilità del sistema di protezione previsto dalla Direttiva Habitat non sono assoggettabili ai criteri previsti dalla stessa direttiva per la valutazione di incidenza”, e “i progetti autorizzati con valutazione ambientale positiva in presenza di area SIC sono da considerarsi validamente autorizzati, anche ai fini della Direttiva Habitat”).
Inoltre, il DD impone a posteriori la realizzazione di interventi intesi a “minimizzare gli impatti sulle specie di chirotteri e degli uccelli funzionali agli habitat interessati all’impianto”, laddove sono stati già effettuati una VIA e una V. Inc. A. e quindi già autorizzati e realizzati gli impianti eolici con tutte le attenzione e le compensazioni necessarie. Ciò si pone in contrasto con le Direttive Comunitarie relative alle suddette valutazioni, oltre che con le Direttive Comunitarie cui si vorrebbe dare attuazione in materia di ZSC e SIC, che la Regione Campania non ha recepito.
L’ANEV constata con rammarico la volontà della Regione Campania di voler ostacolare il settore eolico con provvedimenti lacunosi e che in molti casi sembrano avere significativi profili di illegittimità, e manifesta la propria contrarietà in particolare per le misure retroattive che interverranno ingiustamente su installazioni che hanno già ricevuto tutte le autorizzazioni previste, senza che sia intercorso un confronto costruttivo tra la Regione e il settore. Ovviamente, l’Associazione provvederà a difendere il settore nel suo complesso e le singole aziende impugnando ogni provvedimento che la Regione dovesse emanare e che risultasse contro legge.
Ad oggi ci sono circa 1,4GW di autorizzazioni per la costruzione e l’esercizio di impianti eolici in Campania, ed una buona parte di questi dovrebbe partecipare alle aste del GSE i cui esiti saranno noti entro la fine dell’anno. Una stima ANEV ci consente di attribuire ai progetti campani la probabilità di aggiudicazione tra il 20 e il 40% degli incentivi disponibili nell’attuale asta per 800 MW di nuova capacità, data la grande qualità dei siti e l’abbondanza della risorsa vento nella Regione Campania, potendosi prevedere una potenzialità di sviluppo del PIL regionale, nel solo biennio 2017-2018, ovvero con avvio dei lavori a valle dell’aggiudicazione dell’incentivo, fino a 350 milioni di euro, almeno un terzo dei quali con ricadute dirette sulle aziende operanti nei settori civili ed elettrici locali.
Oltre che sterile, risulta dannoso l’approccio della Regione Campania, di aperto contrasto alla normativa nazionale ed europea, che sin qui ha portato ad una pletora di ricorsi cui la stessa è andata incontro, causando costi aggiuntivi a danno dei contribuenti.
Interventi estemporanei e schizofrenici da parte delle Regioni - conclude la nota - hanno l’obiettivo di bloccare e rallentare clamorosamente i lavori delle aziende del settore eolico.