Aste/2 - Anev e Legambiente lanciano l’allarme: eolico a rischio nei prossimi anni
Il rischio di un vero e proprio crollo sarebbe dovuto al meccanismo introdotto di aste e registri. Per quanto riguarda l’eolico on shore, sono stati ammessi alle aste 442 MW, ossia meno del contingente fissato; per l offshore, invece, solo 30 MW sui 650 di contingente per il 2013
Con le aste e i registri per gli impianti alimentati da fonte rinnovabile non fotovoltaica, a partire dal 2013 i nuovi impianti eolici installati si ridurranno del 75% rispetto alla media degli anni precedenti. Lo dicono Anev, l'associazione nazionale energia del vento, e Legambiente, a commento dei risultati delle graduatorie pubblicati dal Gse.
Un quadro che “preannuncia effetti lesivi per l'intera categoria, se si considera che anche l'ammissione in graduatoria rimane subordinata alla verifica da parte del Gse del rispetto di tutti i requisiti previsti dal Decreto e dal quadro normativo di riferimento nonché alla verifica dell'assenza delle condizioni ostative”. Inoltre, “lo slittamento della graduatoria dovuta all'entrata in esercizio nel periodo transitorio di una parte dei progetti determinerà un numero ulteriormente ridotto di progetti aggiudicatari. Complessivamente, si può immaginare una riduzione tale per cui a partire dal 2013 gli impianti eolici installati si ridurranno del 75% rispetto alla media degli anni precedenti.
“Come preventivato, il livello di partenza dell'incentivo e la farraginosità del meccanismo non hanno consentito neppure di raggiungere domande sufficienti al raggiungimento del contingente - spiega il presidente Anev Simone Togni - . La conferma di quanto da noi paventato ha effetti distruttivi per il settore, che passa da una media annua di 1.000 MW a 250 MW. A questo si aggiunge la minaccia rappresentata dalla delibera, che pretende di imporre ai produttori eolici l'obbligo di fornire la previsione di produzione per gli impianti alimentati da una fonte, il vento, per definizione non programmabile”.
L'associazione delle aziende eoliche fa appello al prossimo Governo per un immediato intervento di salvataggio del comparto, che scongiuri la chiusura di aziende e i conseguenti licenziamenti.
Anche secondo Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente, “è stato purtroppo confermato ciò che associazioni e imprese avevano detto con chiarezza ai ministri Romani e Passera, che hanno scelto la strada delle aste e dei registri per l'eolico e le altre fonti rinnovabili. Ora si deve cambiare sistema, per dare un futuro all'eolico nel nostro Paese. Uno dei primi provvedimenti che il nuovo Governo dovrà prendere riguarda proprio la cancellazione di aste e registri, e poi la revisione delle regole per l' autorizzazione degli impianti da fonti rinnovabili”.