Aste - Il Gse pubblica le graduatorie dei registri e delle procedure: risultati deludenti
Male offshore, biomasse e idroelettrico nelle aste per l’accesso agli incentivi per gli impianti da rinnovabili elettriche. Meglio i registri, tranne che per il geotermico
È stato un mezzo flop, per molti annunciato, quello delle graduatorie dei registri e delle aste per le rinnovabili elettriche. È quanto emerge dalla pubblicazione da parte del Gestore dei Servizi Energetici delle graduatore per gli impianti da fonti rinnovabili diversi da fotovoltaico, come previsto dal Decreto Ministeriale del 6 luglio 2012.
Con particolare riferimento alle Aste, per l’eolico on shore risultano infatti ammessi impianti per complessivi 442 MW su 500, pari a oltre l’88% del contingente annuo messo ad asta. I ribassi offerti variano dal 2,50% al 24,41%, con un ribasso medio ponderato sulle potenze pari al 7,81%. Va peggio per quello in mare (offshore), per il quale c’è una sola richiesta, per un parco da 30 MW in Puglia: poco più del 4% di un contingente triennale da 650 MW.
Per le altre fonti rinnovabili, scarsa adesione anche tra le biomasse (attorno al 10% della disponibilità) e nessuna domanda per l'idroelettrico. Si sono registrate, ammette il Gse, percentuali di saturazione dei contingenti di potenza di gran lunga inferiori, fatta eccezione per il geotermoelettrico - 39,60 MW su 40, peraltro interamente richiesta da Enel Green Power.
Meglio, invece, i registri, per i quali si rileva una partecipazione superiore ai contingenti disponibili per tutte le fonti, ad eccezione del geotermoelettrico, la cui richiesta è pari a 35 MW (una sola domanda pari a quasi il 49% del totale). Ma anche in questo caso sono molti gli scettici sul buon esito complessivo: visto che non c’è l’obbligo di una fideiussione a garanzia dell'iscrizione, è molto diffusa la prassi di fare la richiesta solo a titolo cautelativo, senza che vi sia la sicurezza che il progetto verrà poi realizzato. Anche in questo caso i dati effettivi potrebbero essere molto più bassi.
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