CIB, Legambiente e Free: appello per sbloccare subito le norme su biometano
Il settore, dicono le tre organizzazioni, può generare almeno il 10-12% del fabbisogno nazionale di gas naturale e 15mila nuovi green job
“Sul biometano occorre rompere gli indugi e dare piena attuazione a una normativa che è già entrata in vigore nel 2013, ma che di fatto resta ancora lettera morta. Rischiamo, con ulteriori ritardi, di compromettere innumerevoli vantaggi per l’agricoltura, l’ambiente e l’industria, derivanti da un settore che è secondo al mondo solo a Germania e Cina. Tali vantaggi possono misurarsi con la prospettiva di una copertura di almeno il 10-12% del fabbisogno nazionale di gas naturale e di 15 mila nuovi green job”.
L’appello congiunto arriva da Piero Gattoni, presidente del CIB, Consorzio Italiano Biogas, Edoardo Zanchini, vice presidente di Legambiente e G.B. Zorzoli, presidente di Free, il Coordinamento Fonti Rinnovabili ed Efficienza Energetica.
Il biometano è il biocarburante made in Italy “avanzato”, cioè non in competizione con le colture alimentari, ed ha i più alti standard di sostenibilità ed efficienza. Si ottiene da un processo di upgrading del biogas e può essere utilizzato nell’autotrasporto, oppure essere immesso nella rete nazionale del gas, per il riscaldamento o per cucinare. È stato autorizzato a fine 2013, ma la mancanza di alcuni aspetti regolatori ne impediscono la piena attuazione, in particolare per le norme che riguardano l’immissione nella rete nazionale del gas. Secondo le stime del Consorzio Italiano Biogas, indicate in un manifesto di sostegno sottoscritto recentemente anche da Snam e Confagricoltura, l’Italia potrebbe arrivare a produrne 8 miliardi di metri cubi annui entro il 2030. L’attuale consumo annuo di gas naturale è di circa 67 miliardi.
“Siamo a un punto di svolta, alla vigilia di un passaggio fondamentale – spiega Piero Gattoni, presidente del CIB – quello che potrebbe portarci alla produzione di biometano, il biocarburante di seconda generazione made in Italy e a km 0. Il biometano è la risorsa energetica più vitale che abbiamo a disposizione, anche perché può innescare una vera e propria rivoluzione agricola, rendendo l’agricoltura italiana più sostenibile e più competitiva, capace di diminuire gli sprechi, di aumentare la resa e la fertilità dei terreni, nonché di intraprendere un percorso di decarbonizzazione secondo i principi del Biogasfattobene”.
“La valorizzazione dei residui dell’agricoltura, dei rifiuti organici, delle discariche rappresenta il vero grande giacimento energetico italiano” dichiara Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente. “Dopo l’approvazione lungamente attesa del codice di rete Snam, che ha sbloccato il conferimento nella rete, il governo deve intervenire al più presto per risolvere gli ulteriori vincoli normativi e dare finalmente impulso a una filiera che con un virtuoso e corretto utilizzo dei sottoprodotti agro-industriali, dei reflui della zootecnia e delle colture di integrazione, contribuisce a un modello economico circolare e integrato nei territori, che riduce la dipendenza dalle fonti fossili”.
“In nessun altro contesto - conclude G.B. Zorzoli, presidente di Free - è possibile riscontrare una versatilità così ampia: il biogas fatto bene rilancia l’agricoltura, migliorandone la redditività, contrasta il riscaldamento globale, sequestrando nel suolo più CO2 di quanta ne produce, e contribuisce a un consumo più verde di gas naturale. Lo sviluppo del biogas in agricoltura ha riguardato finora prevalentemente il nord del paese, quindi rappresenta anche un’occasione di rilancio del Mezzogiorno”.