Irex Annual Report, le aziende rinnovabili puntano a rafforzarsi all’estero
Dopo anni di crescita, le industrie italiane cercano spazi all’estero: il 76% degli investimenti in nuovi impianti sono internazionali. Secondo Alessandro Marangoni, ceo di Althesys, “il sistema elettrico raggiungerà un nuovo equilibrio tra il 2017 e il 2020 soprattutto con l'avvento della produzione elettrica distribuita e il diffondersi di sistemi di accumulo e stoccaggio, che imporranno nuovi modelli di mercato”
L’energia rinnovabile, quella che ha fatto scendere in modo considerevole le quotazioni della corrente elettrica all’ingrosso e che ha consentito all’Italia di ridurre le emissioni di CO2, è in forte difficoltà dentro i confini nazionali: secondo il nuovo censimento Irex si costruiscono meno centrali pulite. Il calo complessivo delle operazioni 2013, rispetto al dato dell’anno precedente, è del 25% in termini di potenza e del 23% in termini di valore, con 204 operazioni, corrispondenti a 5.832 megawatt, per un valore stimato di 7,8 miliardi di euro. Per questo motivo, le aziende italiane del settore delle rinnovabili – fra le più innovative e al tempo stesso con l’esperienza più lunga – rafforzano gli investimenti all’estero, dove il know how è particolarmente apprezzato.
“Si sta delineando un nuovo modello di mercato - dice Alessandro Marangoni, CEO di Althesys e direttore scientifico dell’Irex Annual Report, giunto alla sua sesta edizione. - Per reazione alla situazione di stallo italiana, le aziende conquistano nuovi mercati. Nel 2013 la crescita esterna ha raggiunto quasi la metà delle operazioni, sfiorando i 2,9 miliardi di euro, con un +16% sull'anno precedente. In pratica, mentre da noi nel 2013 rispetto all’anno precedente si investiva il 39% in meno nell'eolico e il 30% in meno nel fotovoltaico, le industrie italiane realizzavano oltre tre quarti dei nuovi impianti in altri Paesi, specie nei mercati emergenti e nelle Americhe: circa 1.900 megawatt su 2.400 totali. Molteplici le destinazioni, con in testa Nord e Centro-Sud America (oltre un terzo delle operazioni), mentre si iniziano ad ‘esplorare’ Asia e Africa”.
L’Irex Annual report 2014, realizzato da Althesys in collaborazione con AssoRinnovabili, Erg Renew, Enel Green Power, Edison, Fiamm, Cva, Kinexia, Hfv, Falck Renewables, Anev, Anie Energia, Consorzio Italiano Biogas, Seci e Terna, è stato presentato a Roma il 20 maggio, nel corso del convegno “Il consolidamento del settore italiano delle rinnovabili tra internazionalizzazione e trasformazione del sistema elettrico. Quale strategia per l’Italia?”.
Il “Mondo Nuovo” delle rinnovabili - In Brasile e in Cile l'eolico costa meno delle fonti tradizionali, mentre nel primo sta partendo la prima gara per il fotovoltaico; in Cina nel 2013 sono stati installati ben 16.000 megawatt di eolico e 12.000 di fotovoltaico; l'India ha norme difficoltose, ma costi di costruzione molto bassi. In Sudafrica sono presenti molte imprese italiane, anche con alleanze tra big player e piccole-medie “pure renewable”. Tutti mercati complessi, ma molto interessanti per le industrie italiane.
Lo studio riporta anche i casi del Marocco, con i primi passi nelle politiche di sviluppo; il Giappone con un settore fotovoltaico esploso grazie a tariffe molto attraenti; il Messico che ha varato riforme per aumentare gli investimenti privati; l'Arabia Saudita con un nuovo ambizioso piano per le rinnovabili e - da poco - la Russia; la Turchia con una domanda di elettricità in forte crescita e prezzi crescenti, esattamente l'opposto della situazione italiana.
A questi si aggiungono Paesi che già si caratterizzano per una particolare vocazione rinnovabile, come la California, leader per gli impianti fotovoltaici installati, o l'Inghilterra per l'eolico.
Il fronte interno - Ormai le rinnovabili rappresentano più di un terzo dell'energia italiana e hanno avuto un effetto benefico sui prezzi all'ingrosso (circa un miliardo la riduzione nel 2013). Si stanno progressivamente integrando nel sistema, limitando gli effetti sul mercato dei servizi di dispacciamento nonostante la loro forte crescita. Il rapido mutamento della struttura del settore dovuto alle rinnovabili non inciderà però sull'adeguatezza del sistema.
“Il sistema elettrico raggiungerà un nuovo equilibrio tra il 2017 e il 2020 - spiega ancora Marangoni - soprattutto con l'avvento della produzione elettrica distribuita e il diffondersi di sistemi di accumulo e stoccaggio, che imporranno nuovi modelli di mercato”.
Le analisi dell'Irex riferite a questo triennio mostrano in effetti che, nonostante un progressivo abbandono delle centrali termoelettriche più obsolete, il sistema sarà in equilibrio. Un contributo potrà arrivare anche dai sistemi di accumulo diffusi i quali, accoppiati con i piccoli impianti fotovoltaici sparsi in tutta Italia, potranno portare sensibili benefici agli utenti, così come al sistema Paese nel suo complesso.