Petrolio in caduta e tagli retroattivi deprimono le rinnovabili: IREX -10%
Il crollo del prezzo del petrolio e i tagli agli incentivi delle rinnovabili spingono l’indice delle small-mid cap quotate all’Irex al ribasso
di Alessandro Marangoni*
Nel mese di novembre i principali indici dei mercati finanziari hanno registrato un andamento positivo. Nel terzo trimestre dell’anno il PIL USA è cresciuto del 3,9% (+4% negli ultimi sei mesi), trainato dagli investimenti aziendali e dall’aumento della spesa dei consumatori, mentre i prezzi alla produzione sono saliti dello 0,2%. Le buone notizie d’oltreoceano si sono riversate sui mercati europei, sommandosi alla crescita dell’indice Zew tedesco (fiducia delle imprese) salito a 11,5 punti, rispetto ai -3,6 di ottobre. Ciononostante, la ripresa economica del vecchio continente resta debole, come emerge dai nuovi dati Eurostat (Francia +0,4%, Germania +1,2% e Spagna +1,6%). DAX, CAC ed IBEX hanno segnato rispettivamente +7%, +4%, +3% a novembre.
L’Italia ha beneficiato in misura inferiore dei nuovi dati macroeconomici, con l’indice FTSE All Share che ha registrato un +1% nel mese. Sul listino italiano pesano i nuovi dati ISTAT sul PIL (-0,1% nel terzo trimestre) e soprattutto il tasso di disoccupazione, salito al 13,2%. Proseguono invece le difficoltà del comparto energetico, con l’indice FTSE Oil and Gas che ha segnato un -5% nel mese. Il listino dell’energia sconta il crollo del prezzo del petrolio, con il Brent (70,02 $/b) e il WTI (66,10 $/b) che hanno perso rispettivamente il 19% e il 18% da fine ottobre. Il calo, dovuto all’eccesso di offerta sul mercato, non preoccupa i produttori OPEC, intenzionati ad evitare tagli sulla produzione, contribuendo ad abbassare ulteriormente le quotazioni.
L’indice IREX continua la sua caduta in Borsa, registrando a novembre un calo del 10%. Da un lato, l’accordo USA-Cina sulla riduzione delle emissioni di CO2 e la crescita di generazione da fonti rinnovabili al 2030 ha ridato respiro al listino, in particolare alle società particolarmente attive a livello internazionale (Falck Renewables e Kinexia in primis). Dall'altro, gli effetti delle misure retroattive sugli incentivi continuano a pesare. Nel complesso, l’indice delle small-mid cap quotate è stato spinto al ribasso.
In questo quadro continuano i movimenti nel settore. EEMS ha avviato i primi contatti con il Gruppo Gala, finalizzato ad una possibile operazione di integrazione. Alerion ha ceduto al gruppo Maresca il 100% delle società titolari dell’autorizzazione alla costruzione di due impianti eolici in Puglia (6 MW) e Campania (12,5 MW), per un valore di circa 2,3 milioni di Euro. Continua l’espansione di Kinexia nel nuovo business dei rifiuti, grazie al recente accordo strategico siglato con l’operatore Biancamano. PLT Energia ha invece siglato un accordo con il produttore di turbine eoliche Senvion per la fornitura di cinque turbine da 2 MW di potenza ciascuna, destinate all’impianto di Catanzaro.
Sempre molto attiva a livello internazionale Enel Green Power, che si è aggiudicata un’ulteriore asta in Brasile; la pure renewable italiana realizzerà un impianto eolico da 114 MW, con il diritto di stipulare dei contratti ventennali di fornitura dell’energia elettrica generata. Nonostante i pesanti interventi normativi (spalma incentivi e oneri di sbilanciamento) e le evidenti difficoltà sui mercati finanziari, le società del settore continuano ad essere particolarmente attive, soprattutto con operazioni di crescita esterna ed investimenti in Paesi emergenti.
*Alessandro Marangoni è amministratore delegato di Althesys, la società di consulenza che cura l’indice Irex