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Rinnovabili, il nuovo record nel mondo nelle acquisizioni è di 110 miliardi di dollari

where Milano when Mer, 21/06/2017 who roberto

Le indicazioni emergono dallo studio dell'Osservatorio Internazionale sull’Industria e la Finanza delle Rinnovabili

Nel 2016 le operazioni di acquisizione cover-oir-2017.pngnel settore delle rinnovabili, a livello globale, hanno registrato un record per il terzo anno consecutivo, crescendo del 17% e raggiungendo quota 110 miliardi di dollari. L'eolico mantiene la prima posizione a livello globale, con transazioni stimate in USD 62,3 miliardi (+ 10% sul 2015), ma è sempre più "insidiato" dal solare, cresciuto del 43% a USD 43,8 miliardi. Gli Stati Uniti, con USD 29,2 miliardi (+14%), sono la prima area per valore delle acquisizioni, seguiti dall'Europa con USD 28,6 miliardi (+8%). Queste le principali indicazioni che emergono dallo Studio Agici sulle rinnovabili in ltalia e in Europa realizzato dall'Osservatorio Internazionale sull’Industria e la Finanza delle Rinnovabili, coordinato dal Professor Andrea Gilardoni e dal Dottor Marco Carta.
 
Protagonisti finanza ed eolico - Dai dati emerge che sono 210 i deal monitorati dall'Osservatorio OIR in Italia e in Europa nel periodo 2015‐2017. Cresce, tra gli acquirenti, la componente rappresentata da soggetti finanziari come fondi di investimento, fondi di private equity, fondi infrastrutturali, fondi pensione, società assicurative e banche. Il primato tra le transazioni analizzate dall’osservatorio OIR in Italia e in Europa, per volume e valore, è detenuto dall’eolico. Rilevante anche l’attenzione per fotovoltaico in tutta Europa e per l’idroelettrico in Italia.
 
Crescono le concentrazioni - Sta prendendo sempre più vigore, negli ultimi anni, il tema della concentrazione del mercato nel settore delle rinnovabili, tema non nuovo, ma che sta assumendo valenza crescente.
Se, da un lato, gli investimenti greenfield a livello globale continuano a macinare record (il 2016 si è chiuso con +161 GW), dall'altro i grandi player stanno acquisendo operatori di piccola e media dimensione o portafogli di asset di generazione per sfruttare le economie di scala, aver maggiore disponibilità finanziaria e più potere contrattuale con i fornitori. La novità è che a muoversi non sono solo gli operatori industriali, ma sempre più anche il mondo dei fondi infrastrutturali, delle compagnie di assicurazione, dei fondi previdenziali e pensionistici. Dotati di grandi risorse finanziarie per investimenti a basso rischio, i “nuovi” soggetti finanziari stanno progressivamente diventando rilevanti concorrenti degli operatori “tradizionali” anche nell’attività di gestione industriale degli asset.
 
“Le analisi dell’Osservatorio OIR mettono in evidenza una forte crescita delle acquisizioni di impianti rinnovabili nel mondo e anche in Italia, dove il valore del mercato secondario ha oramai superato gli investimenti greenfield. Gli operatori di piccola dimensione vendono per monetizzare gli investimenti, anche perché spesso non riescono più a gestire in maniera ottimale gli impianti in un contesto sempre più competitivo”, ha commentato Marco Carta, Direttore dell’Osservatorio OIR.

“L’attrattività del mercato secondario sta mettendo in competizione fondi di investimento e utilities,” ha sottolineato Andrea Gilardoni, Presidente di AGICI, “i soggetti finanziari stanno insidiando gli operatori industriali in quanto hanno costi di finanziamento particolarmente contenuti e ricercano redditività minori. Non è detto, tuttavia, che la competizione tra utilities e fondi di investimento si faccia ancora più accesa. Si registrano infatti un numero crescente di alleanze tra queste due categorie di soggetti”.

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