Spalma incentivi, le associazioni delle rinnovabili non ci stanno
Il presidente di Anie Rinnovabili, Emilio Cremona, parla di rischio “di minare la credibilità del Paese verso gli investitori anche esteri”. Assorinnovabili parla di incostituzionalità del provvedimento
Anie Rinnovabili lancia l'allarme sulla credibilità del paese alla luce del decreto Spalma-incentivi circolate in queste ore e chiede al governo di rivedere il decreto, introducendo i necessari correttivi senza toccare i contratti in essere. “Anie Rinnovabili - si legge in una nota - esprime forte preoccupazione per un intervento retroattivo con effetto sui contratti già stipulati tra investitori, consumatori, produttori di energia e Stato nel settore degli impianti fotovoltaici”. Il governo “non ha preso in considerazione le proposte del settore di introdurre misure finanziarie alternative (bond) che avrebbero ridotto gli oneri gravanti sulla bolletta elettrica senza andare ad incidere sui contratti in essere - dichiara il presidente dell'associazione Emilio Cremona - con questo decreto, se approvato in via definitiva, si rischia di minare la credibilità del Paese verso gli investitori anche esteri”. Secondo Anie il decreto, peraltro, impatta negativamente anche sulle tante Pmi che hanno deciso di investire, seppur in un momento di crisi finanziaria, nella produzione di energia pulita come volano di rilancio della competitività e rischia di far proliferare i contenziosi.
Forte del parere sulla grave incostituzionalità del provvedimento spalma incentivi formulato da Valerio Onida, Presidente Emerito della Corte Costituzionale, assoRinnovabili ha deciso di appellarsi al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Nel trasmettere le sue osservazioni, l'associazione ha infatti sottolineato come tali norme potrebbero portare al fallimento della maggior parte delle iniziative imprenditoriali avviate nel corso degli ultimi anni, con un impatto in termini di minori entrate per l'erario quantificabile tra 500 e 700 milioni di euro e il rischio concreto di perdere oltre 10.000 posti di lavoro.
“È con grande fiducia - commenta Agostino Re Rebaudengo, presidente di assoRinnovabili - che ci rivolgiamo al Presidente della Repubblica perché valuti la possibilità di chiedere al Governo un riesame del provvedimento in oggetto, così da scongiurare la condanna di un settore che non solo sta producendo ricchezza in termini di PIL e occupazione, ma garantisce anche all'Italia un futuro più pulito, sostenibile e, non ultimo, energeticamente indipendente”.