Lo spalma-incentivi deprime le pure renewable quotate: Irex -2%
Sull’andamento delle small-mid cap quotate in Borsa Italiana ha pesato soprattutto lo spettro del taglio retroattivo degli incentivi, paventato come una delle possibili misure del governo per ridurre il costo dell’energia per le PMI. Le società dell'Irex continuano però a mostrarsi attive
di Alessandro Marangoni*
Il mese di aprile è stato caratterizzato da un andamento contrastato dei mercati finanziari. Le preoccupazioni del FMI in merito al rialzo dell’euro (6% contro il Dollaro nell’ultimo anno) e i timori di deflazione hanno spinto la BCE ad annunciare la possibilità di misure contro l’apprezzamento della moneta europea. Il DAX è rimasto invariato, mentre CAC e IBEX hanno segnato rispettivamente una crescita dell’1% e del 2%. In Italia l’indice FTSE All Share ha registrato un -2%. Dai dati pubblicati nel Bollettino della Banca d’Italia emergono I segnali di ripresa sono, infatti, ancora deboli, con una crescita della produzione industriale dello 0,7% a marzo. Inoltre, l’indice ha scontato i timori per le banche di criteri più stringenti sullo stress test della BCE.
L’indice FTSE Oil&Gas ha segnato invece una crescita del 3% nel mese di aprile. Stabili nel mese i prezzi del petrolio (Brent 108,19 $/b e WTI 99,67 $/b) nonostante il calo delle estrazioni a marzo (IEA).La Commissione Europea, ha sostanzialmente dato il via libera alle agevolazioni per le imprese energivore esposte alla concorrenza internazionale, mentre la crisi in Ucraina ha generato un dibattito sulla dipendenza energetica dei Paesi dell’UE. Sul fronte delle rinnovabili continuano le politiche restrittive, anche a livello europeo, indicando le aste come strumento principale per la definizione delle tariffe.
In questo quadro, l’indice IREX ha registrato ad aprile un calo del 2%. Sull’andamento delle small-mid cap quotate in Borsa Italiana, ha pesato soprattutto lo spettro del taglio retroattivo degli incentivi, paventato come una delle possibili misure del governo per ridurre il costo dell’energia per le PMI.
Le società dell'Irex continuano però a mostrarsi attive, soprattutto in direzione dei mercati internazionali. Ternienergia ha siglato un accordo con Khalid Al Hamed Group LLC, finalizzata allo sviluppo delle rinnovabili nei Paesi del Medio Oriente. Kinexia, oltre ad aver aperto una nuova sede a Londra, ha presentato il piano di fusione con la società Waste Italia, attiva nella gestione dei rifiuti e nei servizi per l’ambiente. Frendy Energy oltre a registrare un aumento di fatturato nel primo trimestre 2014 del 600% rispetto allo stesso periodo 2013, ha siglato un accordo volto all’acquisizione di sette progetti idroelettrici, ancora in fase di sviluppo, ubicati nelle provincie di Novara e Pavia.
Infine, Enel Green Power ha presentato il nuovo piano industriale. Il leader delle rinnovabili italiane investirà 6,1 miliardi di euro fino al 2018, con l’obbiettivo di raggiungere 13,4 GW di potenza installata, di cui 4,6 GW aggiuntivi tra America latina e Paesi del Golfo.
In conclusione, dopo la crescita dei titoli registrata nei primi tre mesi del 2014, il settore delle rinnovabili italiane sembra in attesa di possibili nuovi provvedimenti di tagli tariffari e/o di nuove tassazioni, come già avvenuto con il cambio di regime fiscale per le agroenergie. I ventilati provvedimenti, oltre ad avere l'effetto di scoraggiare gli investimenti esteri in Italia (non solo nel campo dell'energia), stanno anche spingendo la “fuga” delle imprese italiane, che sempre più stanno puntando sull'estero, come emerge chiaramente dai risultati dell'Irex Annual Report 2014, che sarà presentato il 20 maggio a Roma.
*Alessandro Marangoni è amministratore delegato di Althesys, la società di consulenza che cura l’indice Irex