L’avvento delle auto a guida autonoma frenato dal vuoto normativo
Per ripartire serve un patto tra aziende, istituzioni e università, dice la Fondazione Democenter - Sipe di Modena. Fondamentale la collaborazione tra le imprese della Motor Valley e le aziende ICT italiane
Si allungano i tempi per l’avvento in maniera massiccia delle auto a guida autonoma nel nostro Paese. Le conseguenze del coronavirus sono infatti destinate a farsi sentire non solo sui fatturati delle grandi aziende automobilistiche, ma sulle loro priorità in termini di ricerca e sviluppo.
Un punto di partenza ritenuto praticamente inconfutabile da tutti i partecipanti al webinar organizzato dalla Fondazione Democenter - Sipe di Modena, nell’ambito del progetto europeo InnoPeer AVM, finanziato dal programma Interreg Central Europe, dedicato appunto alla rivoluzione dell’automotive. Una rivoluzione rimandata che, tuttavia, per arrivare in fondo ha bisogno di essere affrontata con un approccio differente.
“Ciò che è fondamentale in questo momento – sottolinea il moderatore dell’evento, Davide Fava – è costruire la sinergia tra il mondo della ricerca, le istituzioni e le imprese, sia quelle che progettano e costruiscono le vetture, sia quelle che si occupano di tecnologia applicata al variegato mondo delle smart cities. Non possiamo più permetterci di affrontare l’argomento a compartimenti stagni separati e ciò significa che tutti i soggetti interessati devono fare un passo in direzione di una maggior condivisione”.
Ad applicare il principio della condivisione al caso concreto delle auto senza pilota ci ha pensato il webinar l’assessore all’Urbanistica del Comune di Milano, Pierfrancesco Maran, secondo il quale sono necessarie due attività preliminari: aumentare progressivamente la dotazione tecnologica delle vetture e avviare una collaborazione tra amministrazioni e mondo dell’information technology. Lavorare in parallelo, cioè, sia sull’infrastruttura che sui veicoli, prevedendo una serie di step intermedi che contemplino l’uso delle app.
Allo stesso tempo, è essenziale inserire le filiere produttive all’interno del processo di innovazione, come suggerito dal sociologo Aldo Bonomi, e condiviso dall’ex capo della comunicazione di Ferrari, Stefano Lai. Un’occasione d’oro per le imprese della valle dei motori dell’Emilia Romagna che hanno la possibilità di fungere da stimolo per i colossi della silicon valley, presentando loro i problemi concreti cui porre rimedio attraverso la tecnologia.
In questo quadro, tuttavia, c’è un convitato di pietra, capace di rallentare ogni percorso quanto il Covid-19: il vuoto normativo. Un punto sollevato e ribadito sia da Davide Comunello, caposervizio di Quattroruote, che da Roberto Maldacea, ceo di I Mobility Garage/Navya Italia, azienda leader per quanto riguarda i veicoli autonomi destinati al trasporto pubblico locale. L’assenza stessa di una normativa nazionale sull’argomento in questione rappresenta un ostacolo allo sviluppo di sperimentazioni efficaci come quella in corso a Merano, dove tre mezzi pubblici a guida autonoma sono già in circolazione.
L’ultimo aspetto, tutt’altro che irrilevante, è il fattore umano. Se è vero, come sostiene una ricerca condotta dal professor Gianluca Marchi, pro rettore dell’Università di Modena e Reggio Emilia, che il 70% dei cittadini non intenderebbe acquistare una vettura a guida autonoma, la concezione stessa di spostamento individuale cambierebbe radicalmente. Non si comprerebbe più un veicolo ma un trasporto. Un trasporto automatizzato, con le ovvie conseguenze anche sul piano etico che questo porterebbe con sé.
“Se non impariamo ad affrontare temi di questa complessità con un approccio diverso – conclude Barbara Bulgarelli, Direttore Fondazione Democenter – sarà impossibile determinare quell’accelerazione decisiva che ci porterebbe a sviluppare una mobilità realmente sostenibile, riducendo il numero di incidenti e proiettandoci nel futuro”. Per questo motivo nelle prossime settimane la Fondazione Democenter – Sipe avvierà il secondo step del progetto InnoPeer Avm, organizzando una serie di tavoli tematici virtuali cui gli imprenditori, gli amministratori, le associazioni di categoria e i cittadini comuni potranno prendere parte per sviluppare i temi emersi dal dibattito e porre le basi per un modello comune in grado di garantire un salto di qualità.