Le imprese europee hanno investito 124 miliardi per un’economia a basse emissioni
Gli investimenti delle imprese europee ridurranno di 2,4 gigatonnellate le emissioni inquinanti, mentre i profitti aumenteranno di 40 miliardi di euro
Le imprese europee hanno destinato 124 miliardi di euro in nuovi investimenti a basse emissioni di carbonio, ma nonostante ciò è necessario raddoppiare il capitale investito in tecnologie a basse emissioni di carbonio (CAPEX), così da soddisfare i nuovi Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile concordati dall'Organizzazione delle Nazioni Unite. È quanto emerge da un nuovo studio – Doubling Down: Europe’s Low Carbon Investment Opportunity – realizzato da CDP in collaborazione con la società di consulenza globale Oliver Wyman. Condotto su un campione di 882 imprese europee quotate in borsa, la ricerca conferma che, nell’arco dello scorso anno, ammonta a 59 miliardi di euro la spesa in nuovi investimenti a basse emissioni di carbonio e a 65 miliardi di euro quella in nuove attività di R&S.
Complessivamente, le società prese in esame sono responsabili delle emissioni annue equivalenti ai tre quarti del totale di quelle emesse dall’Unione Europea nello stesso periodo. Le principali aree di investimenti sono quelle relative a R&S nell’ambito della mobilità elettrica, con un accantonamento di 43 miliardi di euro e investimenti di capitale in energie rinnovabili (16 miliardi di euro), infrastrutture della rete energetica (15 miliardi di euro) e programmi ad hoc per l’utilizzo dell’energia in ottica sempre più smart (8 miliardi di euro). Tuttavia, lo studio conferma altresì la necessità per le imprese europee di raddoppiare la percentuale di tecnologie a basse emissioni di carbonio sul totale del capitale investito (CAPEX), passando quindi dal 12% al 25% su base annuale, così da raggiungere entro il 2050 il traguardo di neutralità climatica stabilito dall’Unione Europea.
Il nuovo studio è stato presentato in occasione dei CDP Europe Awards, la cerimonia di premiazione tenutasi presso il Ministero degli Affari Esteri di Parigi con il patrocinio di Emmanuel Macron, Presidente della Repubblica Francese. Lo studio evidenzia il vantaggio concreto derivante dall’aumento degli investimenti in tecnologie a basse emissioni di carbonio. Ad uno sguardo d’insieme, le aziende europee prevedono di ridurre di approssimativamente 2,4 giga tonnellate le emissioni inquinanti, superando di gran lunga quelle annuali di Regno Unito, Germania, Francia, Italia e Polonia, con un conseguente aumento dei profitti pari 40 miliardi di euro.
Inoltre, le aziende europee possono beneficiare di 1,22 trilioni di euro derivanti da nuove opportunità legate alla neutralità climatica, ad esempio attraverso un aumento della domanda di veicoli elettrici e infrastrutture green. Il valore di queste opportunità è pari a sei volte il costo dell'investimento iniziale di 192 miliardi di euro. Attualmente gli investimenti sono concentrati in alcuni settori chiave, con oltre €9 su €10 spesi da società dei settori trasporti, energia e materie prime. Le aziende di questi settori sono infatti responsabili di oltre l'80% delle emissioni del campione analizzato, confermando quindi il loro impatto sul totale delle emissioni europee e sulla probabilità per l'UE di raggiungere gli obiettivi di carbon neutrality. Si segnalano anche significativi investimenti di capitale per implementare tecnologie a basse emissioni di carbonio nel settore energetico europeo, con 45 miliardi di euro spesi nel campo di energie rinnovabili, infrastrutture di rete, gestione della domanda e tecnologie digitali. Nel settore dei trasporti, dove il raggiungimento degli obiettivi dell'UE richiederà una rapida transizione a favore della mobilità elettrica, sono stati destinati 43 miliardi di euro in R&S, principalmente per la realizzazione di veicoli elettrici e tecnologia per la guida autonoma. Tuttavia, le aziende del settore delle materie prime – che includono industrie che gestiscono materiali come cemento, prodotti chimici, acciaio e carbone – hanno dichiarato nel 2019 investimenti solo del 5% in tecnologie a basse emissioni di carbonio, nonostante siano responsabili di quasi il 40% delle emissioni dirette.
Pertanto, queste industrie devono sviluppare tecnologie all’avanguardia qualora vogliano ottenere la decarbonizzazione in linea con l’ambizioso piano dell'UE e rivedere al rialzo il loro piano di investimenti. Infatti, meno dell'1% degli investimenti totali in tecnologie a basse emissioni di carbonio in Europa è stato utilizzato per la cattura, l’utilizzo e lo stoccaggio di carbonio e lo sviluppo della tecnologia dell’idrogeno, che può essere utilizzata in alternativa ai combustibili fossili da parte delle industrie pesanti.