Istat: le industrie hanno speso il 7,2% in meno per l’ambiente
Le imprese “realizzano prevalentemente investimenti atti a rimuovere l’inquinamento dopo che questo è stato prodotto”, spiega l’analisi dell’Istituto di statistica. Il 40% della spesa è destinato alle attività di protezione e recupero del suolo e delle acque, all’abbattimento del rumore e alla protezione del paesaggio
Nel 2010 la spesa per investimenti ambientali delle imprese industriali è risultata pari a 1.925 milioni di euro. Di questi, 1.440 milioni sono stati spesi per impianti e attrezzature di tipo end-of-pipe (quelle di fine ciclo che intervengono quando l’inquinamento è già stato prodotto, come il disinquinamento, la bonifica delle acque o il trattamento dei rifiuti, per esempio) e 485 milioni per impianti e attrezzature a tecnologia integrata. In particolare, le imprese con 250 addetti e oltre realizzano l’84,5% degli investimenti end-of-pipe e il 73,2% di quelli a tecnologia integrata.
Lo afferma l’Istat, spiegando che tra il 2009 e il 2010 gli investimenti per la protezione dell’ambiente delle industrie italiane sono diminuiti del 7,2%.
Sul totale degli investimenti fissi lordi realizzati dalle imprese, spiega ancora l’Istituto di statistica, quelli per la protezione dell’ambiente incidono per il 4,7%, mentre quelli ambientali per addetto risultano invece pari a 463 euro.
Ancora, il 39,8% della spesa totale è destinato alle attività di protezione e recupero del suolo e delle acque di falda e superficiali, all’abbattimento del rumore, alla protezione del paesaggio e protezione dalle radiazioni e alle attività di ricerca e sviluppo. Nell’industria manifatturiera, in particolare, la spesa maggiore è realizzata dalle industrie della fabbricazione di coke e prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio (20%), da chi fabbrica prodotti chimici (12,9%) e dalla metallurgia (10,9%).
In definitiva, le imprese industriali “realizzano prevalentemente investimenti atti a rimuovere l’inquinamento dopo che questo è stato prodotto – osserva l’Istat – anziché integrare i propri impianti con tecnologie più pulite che contribuiscono a proteggere l’ambiente dagli effetti negativi del processo produttivo”.