Rapporto Istat, illuminazione con risparmio: i comuni italiani sono indietro, ma qualcosa sta cambiando
Sono pochi i Comuni che seguono regole rigide di risparmio energetico. Lo ha evidenziato il recente rapporto Istat
In Italia non siamo ancora troppo bravi a limitare i consumi di energia elettrica per l'illuminazione stradale: sono ancora pochi i Comuni che adottano soluzioni che consentano il risparmio energetico. Lo ha evidenziato il recente rapporto Istat.
In particolare, in materia di illuminazione stradale le città sembrano ancora poco sensibili, anche se un timido miglioramento rispetto al passato inizia a notarsi: azioni volte al miglioramento dell'efficienza energetica sono applicate in 80 capoluoghi (erano 68 nel 2011) e misure per la riduzione e la prevenzione dell'inquinamento luminoso coinvolgono 74 comuni (63 nell'anno precedente).
Nel complesso, tra il 2011 e il 2012 si osserva in particolare l'aumento dei lampioni fotovoltaici (+ 6,3%, ma siamo comunque su valori assoluti ancora molto bassi) e di quelli con luce orientata verso il basso e schermata (+3,8%), mentre diminuiscono i punti luce con lampade ai vapori di mercurio (-3,7%) o a incandescenza, congruentemente con le prescrizioni della normativa europea vigente. In particolare, in 13 capoluoghi la dotazione di lampioni fotovoltaici è superiore alla media (0,5 ‰ rispetto al totale dei punti illuminanti del territorio comunale); tra questi spicca Benevento con il 90,2‰, mentre altri 12 capoluoghi hanno dotazioni comprese tra l'1‰ e il 6‰ dei punti luce.
Sono solo 15, invece, i capoluoghi in cui i punti di illuminazione stradale sono tutti con luce orientata verso il basso e schermata, mentre in altri 45 comuni questa caratteristica, volta alla prevenzione dell'inquinamento luminoso, riguarda almeno la metà delle lampade stradali. In ogni caso, comunque, a livello nazionale risulta un incremento degli impianti di illuminazione stradale: + 3,0% dei punti luce tra il 2011 e il 2012.
Per quanto riguarda i corpi illuminanti più inquinanti, cioè le lampade ai vapori di mercurio o a incandescenza, risulta ancora lontano l'obiettivo dalla completa dismissione previsto a livello europeo: nel 2012 in 39 capoluoghi i lampioni con lampade di questo tipo rappresentavano ancora più del 20% dei punti luce totali, una percentuale che supera il 30% in 20 di queste città. Su scala nazionale, la media è del 16,5% di lampade inquinanti per ogni comune capoluogo. Tra le grandi città, solo a Genova sono presenti lampioni fotovoltaici (1‰). La città, insieme a Trieste, Milano e Torino, rientra tra i capoluoghi con quota di punti illuminanti a luce schermata superiore al 50%; a Bari e Cagliari questi rappresentano la totalità dei punti luce e, all'opposto, Venezia, Padova e Verona non dispongono di questa tipologia di illuminazione pubblica. Palermo, Bologna, Catania e Messina dovrebbero sostituire almeno il 50% delle lampade, perché del tipo più inquinante, mentre Cagliari le ha già completamente eliminate e Trieste, Verona e Bari sono molto vicine all'obiettivo.