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​Mais Ogm: per il Sant’Anna di Pisa è più produttivo e ha meno sostanze cancerogene

where Roma when Mer, 21/02/2018 who redazione

Sono le performance del mais Ogm certificate da uno studio condotto da ricercatori italiani. Greenpeace: “mancano le colture resilienti ai cambiamenti climatici”

Un terzo in meno delle cancerogene micotossine e fumonosine e fino al 24,5% in più di produzione senza danni per l’ambiente. Sono le performance del mais Ogm certificate da uno studio condotto da ricercatori italiani della Scuola Superiore Sant’Anna e dell’Università di Pisa, con il coordinamento di Laura Ercoli, docente di Agronomia e coltivazioni erbacee all’Istituto di Scienze della vita della Scuola Superiore Sant’Anna e pubblicate su “Scientific Reports”.
 
maisogm.pngLo studio ha preso in considerazione 21 anni di coltivazione mondiale, tra il 1996 - anno di inizio della coltivazione del mais transgenico - e il 2016, periodo in cui le produzioni transgeniche sono passate da 1,7 a circa 180 milioni di ettari. Ebbene, i risultati indicano che “la coltivazione di mais transgenico presenta produzioni superiori, contribuisce a ridurre la presenza di insetti dannosi e contiene percentuali inferiori di sostanze tossiche che contaminano gli alimenti e i mangimi animali”.
 
I dati dimostrano “in maniera decisa, che il mais transgenico è notevolmente più produttivo (5,6-24,5%), non ha effetto sugli organismi non-target (cioè non bersagli della modificazione genetica), tranne la naturale diminuzione del ‘Braconide parassitoide’ dell’insetto dannoso target ‘Ostrinia nubilalis’ e contiene concentrazioni minori di micotossine (-28,8%) e fumonisine (-30,6%) nella granella, ovvero nei chicchi del mais”.
 
Commentando lo studio scientifico sul mais OGM reso noto, Greenpeace sottolinea come le colture OGM, considerate una panacea
per la produzione di cibo, costituiscano in realtà un freno per l'innovazione ecologica in agricoltura. Sottopongono l'agricoltura al controllo e ai brevetti di poche aziende agrochimiche e a rischi imprevedibili, a danno della biodiversità e del nostro made in Italy.
 
"La maggioranza delle colture OGM ha come caratteristica principale la resistenza agli erbicidi o a determinati parassiti, ma la vera sfida per l'agricoltura del futuro è la capacità di adattarsi a un clima che cambia, svincolandosi dall'uso di sostanze pericolose" dichiara Federica Ferrario, responsabile campagna Agricoltura di Greenpeace Italia.
"Mentre mancano colture OGM ‘resilienti’ ai cambiamenti climatici, esistono tecniche di selezione molto più all'avanguardia ed efficaci come la Mas (Marker Assisted Selection - Selezione Assistita da Marcatori), che sfrutta la conoscenza del Dna per identificare le caratteristiche migliori delle diverse varietà, per effettuare gli incroci più convenienti, senza le problematiche degli OGM. La Mas sta già avendo brillanti risultati come varietà di frumento resistenti alla siccità e varietà di riso resistenti alle inondazioni, già coltivate dagli agricoltori" prosegue Ferrario.

immagini
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