Tecnologia

Il settore vetro punta sull’efficienza, sul riciclo e su vettori energetici a zero emissioni

L’industria del vetro, negli anni, ha ridotto i consumi specifici di oltre 10 volte, grazie ai progressi nelle tecnologie dei forni e grazie a successivi fuel switch: oggi la tecnologia più diffusa è quella del forno ibrido, alimentato a gas naturale ed elettricità, che consente di ridurre le emissioni specifiche di CO2. Tuttavia, nel lungo periodo, decarbonizzare il settore vorrà dire disporre di vettori energetici “verdi” a costi competitivi e avere il sostegno necessario perché si possa avere il tempo, e le risorse, di adeguare i nostri impianti al loro utilizzo. Occorre pertanto un programma di incentivi per accelerare la diffusione a scala industriale delle tecnologie esistenti e favorire l’innovazione industriale, sul modello dell’EU Innovation Fund. A dirlo è il Presidente di Assovetro Graziano Marcovecchio. 

Guardando alle tecnologie future
Tra le leve da attivare per accelerare l’azzeramento delle emissioni, il settore punta sull’efficienza, sul riciclo e su vettori energetici a zero emissioni, già disponibili. Per il primo aspetto, le aziende rivolgono l’attenzione, oltre che al miglioramento continuo di singole apparecchiature, a soluzioni complesse che prevedano la combinazione di interventi sul processo per la riduzione dei consumi energetici e delle emissioni di CO2, anche attraverso recuperi interni di materia più spinti e integrazione di nuove tecnologie: la stima è che questo tipo di intervento consenta un ulteriore 10% di riduzione dei consumi. Sul fronte del riciclo, il settore mira a raggiungere il 90% al 2030. Occorre poi un forte investimento tecnologico in impianti di trattamento esistenti e in nuovi impianti, allo scopo di recuperare al meglio tutte le frazioni della raccolta differenziata. Infine, un contributo alla decarbonizzazione, nell’immediato, potrebbe venire dall’incremento, comunque entro limiti contenuti, dell’utilizzo di vettori energetici a zero emissioni di carbonio, come biometano o elettricità verde. Chiaramente la competitività delle produzioni non deve essere messa a rischio. Nel più lungo termine, l’utilizzo di idrogeno, di elettricità e la cattura della CO2 saranno elementi importanti della transizione del settore, che infatti sta già tentando la sperimentazione su queste soluzioni sia a livello europeo che nazionale.

Il ruolo nell’economia
L’industria del vetro ha un ruolo di rilievo per l’economia nazionale. Il fatturato si attesta attorno ai 6 miliardi di euro, con un valore aggiunto lordo di circa 2,2 miliardi e una produzione di oltre 5,3 milioni di tonnellate, il che ne fa la seconda in Europa, e la prima se si considera solo il comparto degli imballaggi. Oltre l’11% del fatturato annuo – 650 milioni di euro – è investito in tecnologie ed impianti, principalmente per il miglioramento dell’efficienza energetica e della performance ambientale. L’Italia è tra l’altro ben presente, caso unico in Europa, in ogni specialità produttiva: vetro piano per auto, edilizia e mobili, vetro cavo per imballaggi alimentari, cosmetici e farmaceutici e per il tableware, fibre di vetro per rinforzo ed isolamento, vetri speciali per le applicazioni più disparate come isolatori elettrici, vetri tecnici. L’Italia, secondo paese manifatturiero di Europa, è dotato, in tutte le filiere produttivi di base, vetro in testa, delle manifatture più efficiente del continente, che producono quantità rilevanti di prodotti (per il vetro siamo secondi in Europa e primi nel comparto degli imballaggi) per l’industria Europea. Decarbonizzare l'industria del vetro, volendo mantenere questa leadership, significa disporre di vettori energetici “verdi” a costi competitivi affinché le aziende possano avere  tempo e  risorse, per adeguare gli impianti in ottica green.