Animalìe. Cinque notizie sui rischi dell’ingresso di specie aliene nel nostro ecosistema
Dalla rana toro americana al calabrone asiatico, passando per l’ailanto e la robinia. I nuovi “extracomunitari” sono arrivati da noi anche a causa del cambiamento climatico
Arrivano dal mare, dal cielo e dalla terra. Le specie alloctone invasive - animali e vegetali - da anni stanno mettendo a dura prova l’habitat di casa nostra. Ecco una breve panoramica degli articoli pubblicati su e-gazette che rigurdano questi nuovi “extracomunitari” arrivati da noi anche a causa del cambiamento climatico
Animalìe. Il clima che cambia. In Adriatico arrivano 91 specie tropicali
Nel porto di Bari i ricercatori del Progetto europeo Balmas, che monitora le acque di zavorra delle navi in Adriatico, hanno individuato undici specie non indigene su fondi duri, tre specie non indigene di fondi mobili e due specie macroalgali aliene. Tra questi organismi ci sono ad esempio il polichete Pseudopolydora vexillosa, trovato finora solo a Taiwan, ma soprattutto il bivalve Anadara transversa, probabilmente originario del Golfo del Messico, già segnalato in Adriatico a partire dal 2001 e considerato una delle peggiori specie invasive presenti nel Mediterraneo. Più in generale tra Ancona, Trieste, Venezia e Bari sono state individuate 91 specie non indigene, nove delle quali potenzialmente nocive.
Allarme, tremila specie aliene hanno invaso l’Italia
L’Ispra ha calcolato che in Italia ospitiamo complessivamente 3000 specie terrestri, delle quali 1645 specie animali e 1440 vegetali, con un aumento negli ultimi 30 anni del 76%. Si tratta soprattutto di artropodi, più del 90% dei quali sono insetti, che includono molti potenziali vettori di infezioni gravi per l'uomo; anche i mari sono caratterizzati da elevatissimi tassi di invasione di specie alloctone, sia unicellulari che multicellulari. Sul fronte vegetale, infine, si registrano problemi a causa della presenza di due alghe che hanno colonizzato gran parte dei fondali. L’Europa impone ai Paesi membri di adottare soluzioni. Per l’Italia sono 22 le specie nel mirino.
Foreste. Deboli e minacciate da robinie e ailanti. Rapporto europeo
Secondo l’ultimo Rapporto dell’Aea “European Forest Ecosystems - State and trends”, solo il 4% del totale delle foreste europee sono completamente naturali, mentre il restante 96 % è costituito da foreste con più bassi livelli di naturalità, diverso livello di gestione antropica, dalle foreste semi-naturali a quelle artificiali. Le specie esotiche invasive coprono, per ora, solo lo 0,5 % della superficie totale delle foreste in Europa. In Italia sono considerate aliene invasive due specie forestali, l’ailanto e la robinia.
Animalìe. Arriva dall’Asia la Vespa velutina, l’insetto che fa strage delle nostre api
La terribile Vespa velutina, o calabrone asiatico, è uno dei più pericolosi insetti alieni, essendo grande predatore di api e di altri impollinatori. Partito dalla Liguria di ponente e Piemonte, proveniente dalla vicina Francia, si sta spingendo sempre più verso il Veneto, in particolare la povincia di Rovigo, la Lombardia e l’Emilia. La Vespa velutina è stata responsabile, secondo i dati forniti dalla Francia stessa, della perdita di alveari pari al 50%. La segnalazione è giunta sul sito della rete scientifica StopVelutina, coordinata dal Crea e comprendente Cnr, Università di Firenze, Università di Pisa e gli apicoltori di Apiliguria.
Scoiattoli grigi, nutrie e zanzare tigre: in Italia 2.500 “invasioni biologiche”
Non ci sono più i pesci di fiume di una volta. E, in effetti, si è scoperto che nelle nostre acque dolci la metà della popolazione è composta da specie “non native”. L’Italia è terza, dopo Francia e Belgio, per numero di “arrivi”. Forti problemi sono dati anche dalle nutrie per i cui danni spendiamo 4 milioni di euro all’anno, e dall’insetto “forestiero” forse più noto: la zanzara tigre, che è in grado di trasmettere oltre dieci virus, fra cui la febbre Chikunguja. Le invasioni di specie straniere - spiegano gli esperti - sono legate ad aspetti biologici e climatici, ma soprattutto dal maggiore movimento di merci, specie nei Paesi più ricchi.
Ulteriori approfondimenti al link:
Rapporto Ispra - Nuove specie in Adriatico: cosa fare, come riconoscerle