Animalìe: nel Mediterraneo collisioni tra navi e balenottere, protestano Ifaw e Ocean Care
OceanCare (organizzazione internazionale per la protezione dell'ambiente marino) e Ifaw (International Fund for Animal Welfare parlano di dimezzamento degli incidenti con la riduzione del 10% della velocità
È diventata un’autentica emergenza: per le balenottere e i capodogli nel Mediterraneo nord-occidentale le collisioni con le navi, note come “ship strikes”, sono la principale causa di morte. A differenza di altre aree, in cui i corridoi di navigazione per evitare gli habitat dei cetacei risultano efficaci, qui non ci sono spazi definiti.
Velocità ridotta del 10%
Per evitare i cosiddetti “Ship strikes” rimane quindi solo un'opzione: il rallentamento obbligatorio della velocità di crociera delle imbarcazioni. Con una riduzione generale del 10% della velocità delle navi in tutto il mondo, si potrebbe ottenere una riduzione del 50% del rischio di tali collisioni. Le ricerche dimostrano anche che rallentare la velocità di circa 10 nodi può ridurre significativamente il rischio di una collisione letale con una balena. Lo fanno sapere OceanCare (organizzazione internazionale per la protezione dell'ambiente marino) e Ifaw (International Fund for Animal Welfare). Le due associazioni temono che l'enorme quantità di movimenti di navi nella regione, 220.000 all'anno e le velocità di crociera comprese tra i 14 e i 20 nodi per le navi mercantili o addirittura fino a 35 nodi per le imbarcazioni ad alta velocità, contribuiranno in modo significativo alla continua diminuzione del numero di balene - in particolare di queste due specie - fino alla loro totale scomparsa dalla regione.
L’esempio in giro per il mondo
Nelle aree del mondo in cui sono state applicate misure di riduzione della velocità su base volontaria, queste molto raramente sono rispettate e quindi non funzionano. Per questo motivo, OceanCare e Ifaw ritengono che sia necessario rendere tali misure obbligatorie. Inoltre, la riduzione della velocità farebbe risparmiare carburante all'industria navale e ridurrebbe altri inquinanti, come la CO2 e il rumore subacqueo, con conseguenti benefici multi-ambientali.