Clima ed economia, parte il progetto europeo per le isole
Al progetto Soclimpact l’Italia aderisce con Enea, Cmcc, Università di Bologna e Anci Sardegna
Mitigare gli effetti del cambiamento climatico e l’impatto socio-economico sulle isole europee nel periodo 2030-2100, integrando le proiezioni climatiche e i modelli economici attualmente disponibili per l’Europa. È questo l’obiettivo del progetto Ue Soclimpact, finanziato dal programma Horizon 2020 e a cui l’Italia aderisce con Enea, Cmcc, Università di Bologna e Anci Sardegna.
Studi pilota verranno condotti su un campione di 12 isole e arcipelaghi europei con ambienti naturali e climatici diversi, dal Baltico al Mediterraneo (Sardegna, Sicilia, Corsica, Baleari, Cipro, Malta, Creta), dall’Atlantico (Madeira, Canarie e Azzorre) al Mar dei Caraibi (Antille francesi); in particolare verranno presi in considerazione settori specifici della “Blue Economy”, per determinare percorsi di mitigazione e di adattamento ai cambiamenti climatici efficaci, tenendo conto della strategia europea in materia di decarbonizzazione dell’economia.
“All’interno del progetto Soclimpact - spiega Gianmaria Sannino, responsabile del Laboratorio di Modellistica climatica e impatti dell’Enea - coordineremo le attività di modellistica climatica e contribuiremo alla definizione di indicatori ambientali innovativi utili a favorire lo sviluppo sostenibile delle isole. Saranno per esempio sviluppati indicatori che terranno conto dell’erosione costiera indotta dai cambiamenti climatici, dell’innalzamento del livello del mare e dell’aumento della temperatura del mare. Le nuove simulazioni climatiche prodotte in Soclimpact andranno inoltre ad ampliare le banche dati internazionali attualmente disponibili”.
Nonostante la rilevanza socioeconomica delle isole e la loro particolare vulnerabilità ai cambiamenti climatici, ad oggi non sono disponibili proiezioni climatiche affidabili che possano indicare percorsi di decarbonizzazione e politiche di gestione e tutela degli ambienti naturali e degli ecosistemi in piena armonia con il necessario sviluppo economico delle comunità locali. “La ragione principale di questa lacuna va ricercata nell’insufficiente definizione spaziale dei modelli climatici attualmente in uso - che nel migliore dei casi si attesta intorno ai 30 chilometri - a cui si aggiunge la scarsità di studi di impatto economico specifici per i settori marino e marittimo e la difficoltà di stimare il valore economico di beni immateriali e non commerciabili quali il paesaggio, la biodiversità e i servizi ecosistemici”, aggiunge Giovanna Pisacane, ricercatrice del Laboratorio di Modellistica climatica e impatti.
Il progetto Ue Soclimpact punta a colmare queste lacune e a fornire agli amministratori locali e a tutti gli stakeholder pubblici e privati informazioni più dettagliate in termini di risoluzione spaziale e accurate sulla complessa catena di cause ed effetti che lega i cambiamenti climatici in ambiente insulare ai loro impatti ambientali e alle inevitabili conseguenze economiche. Inoltre, Soclimpact si propone di valutare il rapporto costi-benefici di strategie di intervento praticabili e sostenibili, delineando una metodologia di riferimento esportabile anche in contesti costieri continentali.