Il clima non può attendere - Tutto il mondo green sostiene i ragazzi dello sciopero per il clima
Lo sciopero mondiale per la lotta ai cambiamenti climatici ha coinvolto, anche in Italia, tutti i protagonisti della lotta per la tutela dell’ambiente
Sono arrivati anche in Italia i #Fridaysforfuture nati dalla protesta di Greta Thunberg che a Stoccolma, in occasione della COP24, andò a sedersi ogni giorno davanti al Parlamento durante l'orario scolastico, per chiedere al governo svedese che si rispettassero i limiti delle emissioni di carbonio stabiliti nell'accordo di Parigi sul cambiamento climatico sottoscritto nel 2015. Migliaia di giovanissimi sono scesi per strada per far sentire la propria voce a tutela del pianeta. Accanto a loro sono state moltissime le realtà istituzionali, politiche e industriali e, naturalmente, ambientaliste che hanno aderito all’iniziativa.
I dati SNPA - Il Sistema Nazionale per la Protezione dell'Ambiente (SNPA) ha aderito alla grande manifestazione di sensibilizzazione mettendo a disposizione dati, informazioni e attività portate avanti sui cambiamenti climatici. Ebbene, gli studi condotti hanno evidenziato come in Italia il 2018 sia stato, ad oggi, l'anno più caldo di tutta la serie storica di dati controllati ed elaborati, cioè almeno dal 1961: +1,77 °C rispetto al valore normale di riferimento 1961-1990, +1,15°C rispetto al rispetto al valore normale di riferimento 1981-2010; questa base trentennale viene utilizzata dai servizi meteorologici e idrologici nazionali per valutare le medie a lungo termine e la variabilità inter-annuale dei principali parametri climatici, quali temperatura, precipitazioni e vento, che sono importanti per gli ambiti sensibili al clima come la gestione delle risorse idriche, energia, agricoltura e salute. In base a studi che ricostruiscono il clima in un passato più remoto, si può affermare che in Italia il 2018 risulta essere l'anno più caldo da almeno 2 secoli.
Lav, anche il consumo di carne incide - Lav era presente con i suoi volontari in moltissime città, per evidenziare come le scelte alimentari individuali siano una soluzione dalla quale non si può prescindere per contribuire fattivamente e con decisione al rallentamento del rapido cammino verso la catastrofe climatica. Recenti studi dimostrano infatti che l'adozione a livello mondiale di un'alimentazione su base vegetale potrebbe ridurre le emissioni di gas serra legate al cibo fino al 70% entro il 2050.
"Troppo spesso ci si dimentica di quanto ingente sia il contributo del consumo di carne, pesce, uova e latticini all'inquinamento e alle emissioni climalteranti. Cambiare il nostro modello alimentare è non solo necessario, ma fondamentale, per salvare il Pianeta e i suoi abitanti" conclude LAV.
Slow food, il cibo è il più esposto - "Slow Food aderisce al Global Strike for Future, con cui condivide la preoccupazione per i cambiamenti climatici e il loro crescente impatto sul pianeta, dove il sistema di produzione e distribuzione del cibo rappresenta uno dei settori più esposti agli effetti del mutamento oltre a essere tra le prime cause", dichiara Gaia Salvatori, esponente del comitato esecutivo di Slow Food Italia. "Per questo motivo crediamo sia importante supportare e partecipare a questa mobilitazione, serve coraggio e una visione coerente: chiediamo ai governi, alla nostra comunità e a noi stessi un cambiamento senza indugi.
Ronchi, l’Italia non sta al passo - L’ex ministro Edo Ronchi dice che un'ampia mobilitazione della società civile è necessaria per puntare sempre più l'attenzione verso la più importante crisi ambientale: quella climatica. "Per essere in traiettoria con l'Accordo di Parigi l'Italia dovrebbe produrre ogni anno circa 1,5 Mtep di energia da fonte rinnovabile in più e ridurre i consumi energetici finali di altrettanto, mentre negli ultimi 4 anni la crescita delle rinnovabili è stata di circa 0,5 Mtep, un terzo del necessario e i consumi di energia sono addirittura aumentati". Per Ronchi, misure come quelle necessari per fare la nostra parte sono fattibili, ma impegnative.
Wwf, quando inizieremo a fare qualcosa? - "Il Pianeta è al collasso, siamo nel mezzo della sesta estinzione di massa, e i cambiamenti climatici stanno mettendo a rischio la biodiversità e la nostra sicurezza, il nostro futuro. Quando inizieremo a fare qualcosa di concreto? Quando cambieremo davvero il sistema assurdo che prevede una crescita infinita dei consumi in un pianeta con risorse finite?". Con queste parole Marco Galaverni, Domenico Aiello e Silvia di WWF YOUng hanno aperto il loro intervento nella manifestazione di Friday For Future in Piazza Madonna di Loreto a Roma
Muroni, approvare le leggi in Parlamento - Se vogliamo affrontare la sfida del clima ci sono alcune leggi che attendono da anni di essere approvate dal Parlamento. Così Rossella Muroni, deputata di LeU. Vogliamo essere tutti un po’ Greta? Allora dobbiamo dare il via libera subito alla legge per bloccare il consumo del suolo e favorire la rigenerazione edilizia, così da ridurre l'impermeabilizzazione del territorio, cavare meno materiali, fermare le emissioni. Il Senato dia immediatamente l'ok alla legge per il sostegno all'agricoltura biologica, se in Europa si adottassero solo metodi bio le emissioni del settore primario si ridurrebbero del 23%. Stop agli incentivi, che assimilano i termovalorizzatori ad impianti di produzione di energie rinnovabili, come prevede un emendamento approvato in Senato.
Legambiente, scuole pulite - Il 15 marzo ha coinciso con la campagna di Legambiente Nontiscordardimé - Operazione scuole pulite, quest'anno per l'appunto con un focus sulle problematiche ambientali. Una due giorni dedicata alla qualità e vivibilità degli edifici scolastici, all'insegna della cittadinanza attiva, del volontariato ambientale e dell'impegno sociale.