Conti (a.d. dell’Enel): “È fattibile una riduzione 40% delle emissioni Ue nel 2030”
"A condizione di eliminare i sussidi e lasciare le scelte alle aziende"
L'obiettivo Ue di riduzione del 40% delle emissioni di gas a effetto serra per il 2030, rispetto al 1990, "può essere raggiunto, ancorché ambizioso, con investimenti nelle tecnologie e scelte tecnologiche fatte dalle singole imprese e realtà aziendali, senza che debbano costare ai cittadini".
Lo ha detto nei giorni scorsi a Bruxelles l'amministratore delegato dell’Enel, Fulvio Conti, a margine della conferenza "Industry Matters" di Business Europe, la confederazione delle associazioni nazionali degli industriali europei.
"Come industria, siamo a favore di un singolo obiettivo europeo sulla riduzione delle emissioni, senza obiettivi nazionali per la produzione di energia rinnovabile, e dell'eliminazione di tutti i sussidi sui prezzi e incentivi di qualsiasi tipo; siamo per tornare ad avere un sistema basato sull'efficienza legata al mercato, sui prezzi di mercato e su un buon prezzo per le quote di CO2".
Conti ha ricordato che il mondo sta andando verso la riduzione delle emissioni, “anche senza che la guida dei burocrati: gli Usa per esempio, con la possibilità di sfruttare adeguatamente le risorse strutturali, stanno riducendo drasticamente le emissioni di CO2, chiudono vecchi impianti a carbone e fanno partire nuovi impianti a gas, cominciano a lavorare a programmi di efficienza energetica; in Cina fanno altrettanto, cominciano ad avere preoccupazioni sull'impatto ambientale e grazie alle risorse abbondanti puntano sulle rinnovabili, e molti altri paesi tra i maggiori responsabili dei gas serra stanno riducendo le emissioni".
In Europa, tuttavia, secondo Conti sta succedendo il contrario: "In Germania le emissioni di CO2 invece di diminuire stanno aumentando perché, dovendo chiudere gli impianti nucleari, li sostituiscono con il carbone importato dagli Usa, un paradosso; e noi europei paghiamo di più perché attraverso le bollette paghiamo le imposte, e incentivi e sussidi, che valgono per la metà delle bollette. Se eliminassimo imposte, sussidi e incentivi avremmo un costo dell'energia equivalente a quello degli americani. Non si possono mascherare le necessità fiscali nel costo dell'energia" anche perché l'energia a buon mercato "deve essere un fattore di sviluppo", per l'obiettivo europeo "che non possiamo perdere", quello di "tornare al 20% del Pil prodotto dall'industria manifatturiera", rispetto all'attuale 15%.
Conti, rispondendo a un giornalista, ha precisato di non essere solo contro le sovvenzioni per le rinnovabili – che ammontano a 22 miliardi di euro all'anno in Germania, 8-9 miliardi in Spagna e 13 miliardi in Italia – ma di essere "favorevole all'eliminazione di tutti gli incentivi per tutte le forme di energia".