Ilva, la Corte di Strasburgo individua pericoli per la salute della popolazione a causa delle emissioni
La Corte ha sentenziato che le misure per assicurare la protezione della salute e dell'ambiente devono essere messe in atto il più rapidamente possibile
“Il persistente inquinamento causato dalle emissioni dell'Ilva ha messo in pericolo la salute dell'intera popolazione, che vive nell'area a rischio". Lo ha stabilito la Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo, che segnala come le autorità nazionali non abbiano “preso tutte le misure necessarie per proteggere efficacemente il diritto al rispetto della vita privata dei ricorrenti". La Corte specifica che le misure per assicurare la protezione della salute e dell'ambiente devono essere messe in atto il più rapidamente possibile.
"L'Ilva, acquistata dall'Arcelor Mittal, ha firmato un contratto con lo Stato italiano. Questo contratto va rispettato". Così il ministro dell'Ambiente Sergio Costa, a margine di un convegno sui rifiuti alla Camera, parla della decisione della Corte dei diritti umani di Strasburgo in relazione all'inquinamento delle emissioni del grande siderurgico tarantino. "Noi abbiamo l'Ispra (l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) - osserva Costa - , che è il braccio operativo del ministero dell'Ambiente, che è presente settimanalmente lì, e abbiamo le relazioni che produce. E io dico che o rispettano il contratto o rispettano il contratto".
"Affermare, come fa il ministro Costa, che c'è un contratto e che ArcelorMittal dovrà rispettarlo equivale a fare spallucce. Nessuno dei 5 stelle può pensare, dopo aver chiesto i voti ai cittadini di Taranto promettendo la chiusura dello stabilimento dell'Ilva, di cavarsela così a buon mercato. C'è una condanna della Corte Europea, ora si agisca di conseguenza". Lo ha affermato l'onorevole Barbara Matera (FI), europarlamentare del Ppe.
Nuova procedura UE contro Italia su Natura 2000 e radioprotezione - La Commissione europea ha intanto inviato una seconda lettera di messa in mora all'Italia, contestando il mancato rispetto degli obblighi imposti dalle norme dell'Ue per la conservazione degli habitat naturali e delle specie protette inclusi nella rete Natura 2000. Secondo la normativa europea, gli Stati membri sono tenuti a designare i siti da includere nell'elenco UE dei siti di importanza comunitaria come zone speciali di conservazione (ZPS).
La Commissione europea ha anche compiuto un nuovo passo nella procedura di infrazione contro l'Italia per il mancato recepimento della nuova direttiva sulle norme fondamentali di sicurezza che aggiorna e consolida la normativa europea in materia di radioprotezione. La direttiva stabilisce norme di sicurezza volte alla protezione dei lavoratori, degli individui e dei pazienti contro i pericoli derivanti dall'esposizione alle radiazioni ionizzanti.