Inquinamento, esposto contro Ilva ed Eni, raccolte 1300 firme
L’associazione Peacelink afferma che sarebbero state condotte attività contrarie alle normative riguardo le emissioni prodotte e l'inottemperanza alle prescrizioni previste
Oltre 1.300 firme sono state raccolte dall’associazione Peacelink per il cosiddetto “Esposto Ilva Eni” che sarà depositato presso la Procura della Repubblica di Taranto e al quale vengono allegati documenti e materiale mediatico relativi alle attività produttive dello stabilimento siderurgico Ilva e della Raffineria Eni dove "si evidenziano – affermano i promotori - criticità ambientali connesse al loro ciclo produttivo".
La petizione, i cui contenuti sono stati spiegati nel corso di una conferenza stampa, si è completata il 9 dicembre. La documentazione Ilva si riferisce "ad emissioni non convogliate e gestione rifiuti delle aree: parchi minerali, cokeria, altiforni, Grf, acciaierie, discariche rifiuti speciali".
La documentazione Eni riguarda "emissioni e inottemperanza a prescrizioni in merito ad accensione torce, serbatoi, stato manutenzione, sversamenti, acque prima pioggia, inaccessibilità pozzetti campionamento, stato falda, emissioni odorigene e scarichi a mare".
Con il dossier si chiede al procuratore di Taranto, Carlo Maria Capristo, di disporre "gli opportuni accertamenti in merito a quanto esposto in narrativa e nella documentazione digitale allegata al fine di valutare gli eventuali profili di illecito penale, di individuare i responsabili e procedere nei loro confronti perché riteniamo che tali avvenimenti possano rappresentare un serio rischio per la salute degli operai e dei cittadini di Taranto in particolar modo per coloro che abitano nei quartieri limitrofi alla zona industriale".