Rifiuti industriali, il rapporto dell’Ispra. La produzione 2019 a +7,3%, il recupero materia al 69%
I rifiuti non pericolosi (93,4% del totale) aumentano di 10,4 milioni di tonnellate (+7,8%), mentre quelli pericolosi di 110mila tonnellate (+1,1%)
Con 10,5 milioni di tonnellate in più prodotte nel 2019 (+7,3%), in linea con la crescita del Pil, la produzione di rifiuti speciali in Italia sfiora la cifra di 154 milioni di tonnellate. Il 45,5% è costituito dai rifiuti provenienti dal settore delle costruzioni e demolizioni (oltre 70 milioni di tonnellate). Molto bene il riciclo: si recupera materia dal 69% dei rifiuti avviati a gestione, solo il 7,3% è smaltito in discarica. I rifiuti non pericolosi (93,4% del totale) aumentano di 10,4 milioni di tonnellate (+7,8%), mentre quelli pericolosi di 110mila tonnellate (+1,1%). È quanto rileva il Rapporto Rifiuti Speciali dell’Ispra, che quest'anno giunge alla sua 20° edizione. "La sfida per la nostra industria è diminuire la quantità di rifiuti speciali attraverso l’ottimizzazione dei cicli produttivi e l'ecoprogettazione, applicando tecniche in grado di rendere i prodotti maggiormente riciclabili o facilmente smontabili", rileva Ispra.
Il rapporto dell’Ispra
Il Rapporto, predisposto dal Centro Nazionale dei rifiuti e dell’economia circolare di Ispra, in collaborazione con il Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente, esamina oltre 60 indicatori elaborati a livello nazionale, di macroarea geografica e regionale, nonché per attività economica e per tipologia di rifiuto. Il recupero è molto efficiente, soprattutto su quelli da demolizione e costruzione, per i quali l’Italia con un 78,1% si attesta sopra l’obiettivo europeo di recupero (70% entro il 2020). Meno bene per i veicoli fuori uso: siamo al di sotto di quanto richiesto dall’Europa in termini di recupero totale del veicolo (84,2% di fronte a un target Ue del 95%).
Gli impianti di smaltimento
Secondo il rapporto, gli impianti di gestione dei rifiuti speciali operativi sono 10.839; 4.619 (il 42,6% del totale) quelli dedicati al recupero di materia.
A gestire e produrre la maggior parte dei rifiuti speciali in Italia sono le regioni del Nord, dove il tessuto industriale è più sviluppato: 88,6 milioni di tonnellate (57,6% del dato complessivo nazionale) sono prodotti in quest’area del Paese e oltre la metà degli impianti di gestione operativi si trova al Nord. Soprattutto in Lombardia, dove sono localizzate 2.180 infrastrutture, il 20,1% del totale nazionale.
Le prospettive
I dati 2019 consentono di avere una fotografia della situazione pre-epidemia. "Il Pnrr rappresenta un’ulteriore occasione per migliorare la nostra capacità di recupero dei materiali cercando di incrementare le prestazioni anche energetiche in campo edilizio - afferma il direttore generale dell’Ispra, Alessandro Bratti. - Occorre potenziare e migliorare l’impiantistica per raggiungere gli obiettivi europei e per proporci sempre di più come leader a livello europeo nell’economia circolare".