Rifiuti Story. Un’azienda sotto accusa in Brianza. L’ecoballa all’Elba
Vicende di rifiuti. I Carabinieri sequestrano un’impresa. Ritrovati i rifiuti persi in mare
Storie di rifiuti. Un'ecoballa, probabilmente una di quelle cadute nel 2015 dalla motonave Ivy al largo dell'isola di Cerboli, nel Canale di Piombino, è stata ritrovata dalla capitaneria di Porto di Portoferraio in seguito a una segnalazione, nel tardo pomeriggio del 28 agosto, a mezzo miglio marino al largo di Capo Calvo, nella costa sud-orientale dell'Elba, tra Capoliveri e Porto Azzurro. È quanto riferisce Legambiente.
Intanto, ingenti quantitativi di rifiuti speciali conferiti "in maniera del tutto illegale" sono stati scoperti dai carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Milano e della Compagnia di Desio (Monza e Brianza) in uno stabilimento industriale a Lissone (Monza e Brianza). Ne ha dato notizia il Noe.
L’ecoballa nel Tirreno - La Capitaneria ha dato immediatamente il via per delimitare l'area del ritrovamento e ha informato il commissario straordinario Aurelio Caligiore, capo del reparto ambientale marino del corpo delle capitanerie di porto, incaricato dal governo - a quattro anni dall'incidente - di gestire l'emergenza delle 56 ecoballe finite nel Canale nel luglio 2015.
Le operazioni anti-inquinamento e per mettere in sicurezza la navigazione si sono protratte tutta la notte. "Il ritrovamento di un'ecoballa persa in mare dalla Ivy, che batteva la bandiera fantasma delle Isole Cook, in un'area così delicata dal punto di vista ambientale è un fatto molto preoccupante - dice Umberto Mazzantini, responsabile mare di Legambiente Toscana -. Potrebbe spiegare l'incremento dei rifiuti trovati e censiti, constatato quest'anno, in quella costa da Vele Spiegate, l'iniziativa di volontariato velico di Legambiente e Diversamente Marinai".
Rifiuti speciali in Brianza - L'indagine è nata dopo alcune segnalazioni di cittadini circa l'aumento di autoarticolati notati nella zona industriale: quando sono arrivati i militari hanno trovato un capannone dentro il quale un Tir era in procinto di rovesciare l'intero carico di circa 25 metri cubi di rottami ferrosi.
Nel sito, inoltre, venivano rinvenuti, già stoccati, ulteriori 35 metri cubi di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi, in particolare imballaggi misti e rifiuti da apparati elettrici ed elettronici, i cosiddetti Raee. L'azienda, benché formalmente operante nel campo del trattamento dei rifiuti, di fatto non era in possesso di autorizzazioni e pertanto l'impianto, del valore di 800mila euro, è stato sequestrato.