Scoiattoli grigi, nutrie e zanzare tigre: in Italia 2.500 “invasioni biologiciche”
Allarme Ispra: il nostro paese è al top per specie non autoctone. Peggio di noi solamente Belgio e Francia. Dalle nutrie danni per 4 milioni l’anno. Rischia l’estinzione lo scoiattolo europeo. Situazione pesante anche nei corsi d’acqua
Il numero di pesci d’acqua dolce “stranieri” in Italia è ormai simile a quello delle specie locali. E per riparare i danni provocati dalle nutrie, introdotte negli anni Sessanta, il nostro paese spende oltre quattro milioni di euro l’anno. Sono questi alcuni dei dati più eclatanti del fenomeno delle invasioni biologiche, cioè la diffusione di specie straniere introdotte dall’uomo che possono rivelarsi dannose per l’ambiente locale.
“L’Italia è uno dei paesi maggiormente invasi d’Europa con oltre duemila specie cosiddette aliene subito dopo Belgio e Francia, che ne contano oltre 2.500, e la Gran Bretagna, al top con più di tremila specie straniere”, spiega Piero Genovesi dell’Ispra. Secondo i dati dell’istituto, il 50% delle specie arrivate in Italia sono costituite da piante e l’altro 50% da animali.
Quello delle specie che “viaggiano” da un posto all’altro, secondo l’esperto, è un fenomeno molto antico, ma negli ultimi cento anni è esploso in maniera drammatica. “Le invasioni di specie straniere sono legate ad aspetti biologici e climatici, ma anche economici – approfondisce Genovesi. – I paesi più ricchi hanno un numero di queste specie più alto, perché hanno un maggiore movimento di merci. L’Italia offre inoltre fasce climatiche diverse, da quelle calde del sud a quelle più fredde alpine, quindi è assai vulnerabile al problema”. Negli ultimi anni a generare particolare allarme è lo scoiattolo grigio americano, ancora venduto in Italia come animale domestico, che provoca l’estinzione dello scoiattolo europeo. “Può provocare una catastrofe a livello continentale, cancellando l’unica specie di scoiattolo europeo”, conferma l’esperto. L’Italia, che vede dei nuclei presenti in Liguria, Piemonte e Lombardia, non si è ancora attivata a sufficienza per rimuoverlo in natura e regolamentarne il commercio.
Un altro problema noto è quello della zanzara tigre che trasmette oltre dieci virus, fra cui la febbre Chikunguja. Ora l’Unione europea corre ai ripari e sta lavorando a nuove regole per contrastare le invasioni biologiche, da proporre entro il 2012. “In Italia – racconta lo scienziato dell’Ispra – un team della Commissione Ue ha appena girato alcune scene di un mini-documentario per far conoscere il problema al pubblico europeo, il suo impatto e il motivo per il quale servono norme ad hoc. Il punto è che prima di importare e commercializzare delle specie occorre valutare il loro rischio. Altrimenti – conclude Genovesi – si trasformano in bombe ad orologeria: il problema a volte esplode solo dopo cinquanta o cento anni dal loro arrivo”.