Ecologia

Analisi accurata dell’Istituto zoo profilattico del Mezzogiorno: la cattiva fama è costata 100 milioni al settore agricolo

“Nessun dato di allarme e congruenze con le attività già espletate per l'emergenza Terra dei Fuochi negli 88 comuni che hanno fatto richiesta di analisi”. Lo sostiene Antonio Limone, commissario dell'Istituto zooprofilattico sperimentale del Mezzogiorno nel suo intervento a Expo alla conferenza stampa “La nuova Campania - La terra buona”.
Terreno pulito - Per la ricerca sono stati analizzati 4.400 campioni di suolo prelevato a due livelli: in profondità (1,5 metri) e a livello di calpestio (20 cm). Per ogni campione, poi, l'analisi ha tenuto conto di 52 elementi tra inquinanti organici e inorganici, da pcb a piombo e cadmio.
Qualità delle acque - Per le analisi delle acque, invece, sono stati prelevati 659 campioni. Mentre il monitoraggio dell'aria non è ancora terminato.
Animali come biosentinelle - Passando al regno animale, sono 654 i campioni oggetto dell'indagine dell'Istituto che ha considero anche le evidenze derivate da lumache e volpi che per i ricercatori sono “fauna sentinella” della salvaguardia dell'alimentazione.
In due casi nel latte caprino è stata riscontrata diossina. In entrambe le occasioni gli animali “contaminati” hanno vissuto e si sono alimentati, sottolinea Limone, a ridosso di un rogo tossico.
Le analisi sui vegetali - A completare l'indagine, 2.942 i campioni di vegetali, tra ortofrutta ed erbe spontanee.
I costi - “Il cibo in Campania è innocente”, mentre la nomea di territorio intossicato è costata, aggiunge Limone, “100 milioni di euro di perdite nel settore agricolo e agroalimentare, con punte di mancata vendita di ortaggi, frutta e prodotti caseari che sono arrivate almeno al 40%”.