L’industria chimica italiana migliora la sua efficienza energetica del 45%
Il 19° Rapporto Responsible Care conferma le performance anche in riduzione di emissioni e il primato nella sicurezza sui luoghi di lavoro
L’industria chimica ha migliorato la propria efficienza energetica del 45% e ridotto i consumi di energia del 36.7% dal 1990 ad oggi. È quanto emerge dai dati del 19° Rapporto Responsible Care, il programma volontario per la tutela di sicurezza salute e ambiente di Federchimica, presentati nei giorni scorsi.
Nonostante le difficoltà causate dal difficile momento economico, le imprese di Responsible Care hanno investito 712 milioni di euro (pari al 2,3% del fatturato e a oltre il 20% dei propri investimenti) a sicurezza, salute e ambiente. Investimenti che valgono anche in termini di ottimizzazione dei processi produttivi e miglioramento delle tecnologie, grazie alle quali le industrie chimiche hanno potuto ridurre le emissioni in aria del 95% e in acqua del 65% negli ultimi 20 anni.
“I dati presentati oggi - ha commentato Cesare Puccioni, Presidente di Federchimica -, dimostrano concretamente che la chimica è un modello da imitare per perseguire una crescita sostenibile dal punto di vista sociale, ambientale ed economico. Non possiamo più consentire di essere giudicati con lo sguardo a un passato remoto invece che al presente. Le aziende di Responsible Care hanno maturato un’esperienza di alcuni decenni nel conseguimento dello sviluppo sostenibile: un impegno che deve essere riconosciuto e valorizzato. “Peraltro, la collaborazione in atto con le Organizzazioni Sindacali all’interno di Responsible Care sui temi dello Sviluppo Sostenibile e della Responsabilità Sociale d’Impresa, che vengono identificate come strumento di crescita della cultura manageriale e d’impresa, è fondamentale nel contesto competitivo attuale e dei prossimi anni.
“Abbiamo però disperato bisogno - ha proseguito Puccioni - di in un quadro normativo teso ad abbattere le barriere amministrative, dando velocità e certezze alle procedure autorizzative, che per un'azienda italiana sono di 5-10 volte superiori a quelle medie europee. Anche i nostri sforzi in termini di efficienza energetica devono trovare riscontro in una politica adeguata, specie per un settore energivoro come la chimica. “La politica – ha concluso Puccioni – faccia la sua parte, dandoci certezza, stabilità e un Sistema Paese competitivo: il sì bipartisan di qualche giorno fa della Camera dei Deputati alla promozione di una politica industriale per i poli chimici è un segnale incoraggiante, che speriamo di veder presto tradotto in azioni concrete”.