Federchimica, 17 milioni alle imprese grazie ai certificati bianchi
Workshop a Milano. Presentati i programmi con cui la federazione della chimica supporta le aziende italiane nella ricerca dell’efficienza energetica
Oltre il 50% dei costi di produzione delle imprese chimiche italiane è imputabile ai consumi energetici. Una gestione efficiente di questi consumi – anche grazie ai certificati bianchi – è improcrastinabile in vista dell’obiettivo fissato dalla Ue, che prevede la riduzione del 20% di emissioni di gas serra entro il 2020.
È quanto emerso al 16esimo workshop “Efficienza energetica e tecnologie chimiche nelle produzioni elettriche e energetiche’’, organizzato a Milano da Federchimica nell’ambito del programma Tacec (Towards a carbon efficient chemistry).
Il programma, scrive l’agenzia Adnkronos, avviato nel 2010 dalla Federazione nazionale dell’industria chimica, è un supporto per sostenere le imprese del settore, molto energivore e non sempre attrezzate per un consumo razionale, nell’ottimizzazione dei propri investimenti su questo fronte, aiutandole a gestirne i costi in modo conveniente e con l’utilizzo di nuovi sistemi a basso impatto. Per realizzare questi obiettivi il Tacec dispone di strumenti come i certificati bianchi e verdi, titoli di efficienza energetica che certificano una gestione virtuosa, attraverso i quali è possibile ottenere un riconoscimento economico: le imprese chimiche – hanno sottolineato gli esperti – hanno già ottenuto circa 17 milioni di euro di valore in certificati bianchi.
Spice 3 aiuta le pmi – Non è tutto. Il programma, ha ricordato Erwin Rauhe, vice presidente di Federchimica, realizza anche iniziative di formazione per diffondere le tecniche Six Sigma, utilizzate per ottimizzare l’efficienza energetica di impianti e processi. E si avvale del nuovo progetto Spice 3 (Sectoral platform in chemicals for energy efficiency excellence), dedicato principalmente alle pmi. Cofinanziato dall’Unione europea, a Spice 3 aderiscono altre dieci associazioni nazionali che rappresentano l’industria di settore in Belgio, Bulgaria, Repubblica Ceca, Finlandia, Germania, Grecia, Olanda, Polonia, Svezia e Gran Bretagna: compresa la nostra Federchimica, l’80% del fatturato dell’industria chimica europea.
Il progetto, della durata di due anni, metterà a disposizione delle piccole e medie imprese sistemi di efficienza energetica già esistenti, ma spesso solo alla portata di grandi gruppi.