Scattato lo stop alle lampade alogene, risparmi presunti pari al fabbisogno annuo del Portogallo
Le alogene, molto inefficienti, vengono “messe in soffitta” per favorire il risparmio energetico che viene stimato in 48 TWh all'anno
Dal primo settembre le lampade alogene sono state messe al bando nell'Unione europea. Lo prevede la direttiva 244 del 2009. I commercianti potranno venderle ancora per qualche mese, in modo da finire le scorte di magazzino, poi la commercializzazione sarà vietata.
Le alogene vengono messe al bando per motivi di risparmio energetico: sono inefficienti (classe di efficienza energetica D, mentre il massimo è A++), e rispetto a una lampada a led consumano 5 volte tanto.
Secondo l'Enea, l'eliminazione delle alogene consentirà nella Ue un risparmio annuo di energia pari al consumo del Portogallo, 48 TWh. Dal 2018 al 2025 il bando eliminerà l'emissione di 15,2 milioni di tonnellate di anidride carbonica. Passare da un'alogena a una led, sempre secondo l'Enea, fa risparmiare 115 euro nel corso della vita della lampada (20 anni per una led).
Il costo maggiore viene ammortizzato nel giro di un solo anno. Il divieto avrebbe dovuto entrare in vigore già nel 2016, ma era stato posticipato per permettere una maggiore diffusione delle lampade a led. Nel 2012 la Ue aveva già vietato le lampade ad incandescenza, sempre per i consumi eccessivi.
Non tutte le alogene saranno messe fuori mercato al 1° settembre: il bando riguarda le lampade non direzionali senza trasformatore con efficienza energetica inferiore a B (le classiche lampadine a pera). Rimangono in commercio le lampade alogene direzionali (i popolari "faretti") e le lampade alogene con attacco G9 e R7S (usate per le lampade da tavolo e i proiettori).