Efficienza energetica

L'impatto macroeconomico delle politiche per l’efficienza da qui al 2020 e l’adozione di policy strategiche potrebbero portare ogni anno a una crescita della produzione industriale italiana di oltre 65 miliardi di euro con un incremento del numero di occupati circa 500.000 unità

Il numero di imprese coinvolte direttamente o indirettamente nella domanda per investimenti nell’efficienza energetica supera oggi le 250.000 unità.
L'impatto macroeconomico delle politiche su questo settore strategico da qui al 2020 e l'adozione di policy strategiche potrebbero portare ogni anno a una crescita della produzione industriale italiana di oltre 65 miliardi di euro, con un incremento del numero di occupati di circa 500.000 unità e un tasso di crescita medio annuo dell’economia pari allo 0,5% del prodotto interno lordo. Dal punto di vista ambientale, invece, il risparmio sarebbe di oltre 5,7 miliardi di euro annui, pari al 10% della bolletta energetica nazionale, con minori emissioni di CO2 che porterebbero a un ulteriore risparmio di 270 milioni di euro.
È questo il quadro tracciato dallo studio commissionato da Confindustria e realizzato con la collaborazione scientifica di Rse - Ricerca sul Sistema Energetico, che analizza il tema dell’efficienza energetica, presentato a Roma, durante il convegno “Smart Energy project”.
L'adozione di uno scenario “Best Available Technologies'', cioè basato sull’uso di tecnologie avanzate, come indicato dalla ricerca, porterebbe a considerare le politiche per l'efficienza energetica non solo in una logica di contenimento dei costi di innovazione nei
processi di consumo di energia, ma anche come volano di sviluppo di attività industriali per il sistema Paese. L’obiettivo è dunque quello di riuscire a tradurre i processi di efficientamento in crescita della produzione industriale, in aumento dell’occupazione e nel taglio dei costi della bolletta energetica nazionale.
“Abbiamo collaborato alla ricerca Smart Energy project - spiega Stefano Besseghini, amministratore delegato di Rse - portando la nostra esperienza nella costruzione di un nuovo approccio  metodologico che metta il sistema energetico al centro dell’obiettivo
di analisi. Una modalità familiare a Rse e decisiva in una visione che consente di non ripercorre vie, dimostratesi nel passato errate, che avevano badato a premiare, anche con incentivi pubblici, logiche puntuali senza portare beneficio allo sviluppo tecnologico e
industriale del settore energetico italiano”.
Il riferimento è agli incentivi al fotovoltaico, “che non si sono tradotti in una crescita industriale italiana in questo comparto - aggiunge Besseghini - cosa che invece può avvenire oggi con l’efficienza energetica. Per farlo occorre un metodo che Rse ha proposto, più complesso, ma che dà la possibilità di pacchettizzare l’efficienza energetica in iniziative replicabili, dando un nome a una tecnologia che di per sé è difficile da codificare. Si tratta del punto di partenza per poter mettere a valore l'efficienza energetica a livello industriale.