Studio: la modifica degli oneri di sistema costerà 1,2 miliardi all’anno
Lo evidenzia uno studio di Elemens in cui si analizza lo sviluppo dell'autoconsumo e dell'efficienza energetica nel mercato non domestico
La riforma sulla struttura tariffaria per i clienti non domestici costerà cara. Lo rileva uno Studio dal titolo “Efficienza e Generazione distribuita alla prova del Decreto Milleproroghe” che delinea uno scenario poco incoraggiante per i progetti di autoconsumo ed efficienza energetica. La ricerca commissionata dal Tavolo Autoconsumo e Efficienza Energetica che riunisce alcuni Operatori del comparto energetico e industriale a Elemens punta ad analizzare lo sviluppo dell'autoconsumo e dell'efficienza energetica in ambito non residenziale nel nostro Paese. Si tratta della prima iniziativa che il Tavolo desidera intraprendere come contributo all’approfondimento degli effetti normativi del Decreto Milleproroghe sul mercato, in un’ottica di dialogo e collaborazione nei confronti delle Istituzioni.
Come è noto, la conversione in Legge del Decreto Milleproroghe 2016 (Legge 21/2016) impone all’Autorità per l’Energia Elettrica un percorso di riforma delle bollette elettriche – a valere dal 1° gennaio 2016 – per tutti i consumatori non domestici: tale percorso riguarderà in particolare la struttura degli Oneri Generali di Sistema, circa il 35% del valore totale della bolletta, e potrebbe prevedere un brusco innalzamento delle componenti fisse (€/punto di prelievo/anno, €/kW/anno) degli Oneri Generali di Sistema a fronte di una diminuzione delle componenti variabili.
Una simile previsione impatterebbe pesantemente sul settore dell’efficienza energetica e su quello dell’autoproduzione, in riferimento sia ai progetti di investimento sia alle iniziative già realizzate. In altri termini, sarebbe coinvolta dalla misura un’amplissima platea, a partire dalle utility che hanno riorientato i loro business model in maniera innovativa, sino ai grandi consumatori che si sono dotati di impianti di cogenerazione per ridurre il gap competitivo con il mercato globale, passando per la miriade di aziende operanti nell’ambito dell’efficienza energetica.
I risultati dello Studio: gli effetti su efficienza e autoconsumo da qui al 2030 - L’analisi dedicata alle diverse ipotesi attuative proposte dall’AEEGSI attraverso la lettura del Documento di Consultazione 255/2016/r/eel evidenzia innanzitutto che la modifica strutturale degli Oneri Generali di Sistema porta necessariamente con sé un effetto retroattivo sulle iniziative già realizzate, la cui riduzione di risparmio per i consumatori può raggiungere 975 milioni di euro all’anno per l’autoconsumo e 235 milioni di euro all’anno per l’efficienza, per un impatto complessivo compreso sul settore fino a 1,2 miliardi di euro all’anno. Inoltre, il protrarsi dell’attesa della conclusione del processo di riforma e l’incertezza sulla soluzione regolatoria definitiva che sarà adottata ha già provocato il congelamento di numerosi progetti e investimenti in corso di sviluppo.
In termini prospettici, la riforma potrebbe ridurre significativamente il beneficio connesso a nuove iniziative: lo scenario elaborato nello Studio e proiettato all’anno 2030 porta a una riduzione complessiva degli investimenti addirittura fino a 4,53 miliardi di euro, di cui fino a 3.38 miliardi di euro riferiti al settore autoconsumo e fino a 1.14 miliardi di euro connessi al settore dell’efficienza energetica.
Allo stesso tempo, il mancato sviluppo di iniziative in autoconsumo porterebbe un effetto sugli oneri tariffari che – per gli utenti che non autoproducono – potrebbe ridurre il valore delle bollette di circa 1 euro/MWh al 2020, inserendosi tuttavia in un trend già tracciato di diminuzione degli oneri che porterà comunque a riduzioni di oltre 10 euro/MWh al 2030.
Una riforma che ci allontana dal quadro europeo - Infine, occorre valutare come la riforma si inserisce nel quadro europeo: l’innalzamento delle componenti fisse (euro/punto di prelievo/anno, euro/kW/anno) degli Oneri Generali di Sistema a fronte di una diminuzione delle componenti variabili potrebbe allontanare l’Italia dal quadro definito dalla Direttiva Efficienza 2012/27/CE, che preme per uno sviluppo imponente dell’efficienza energetica. L’impatto sull’autoconsumo generato dalla riforma risulterebbe comunque eccessivo rispetto a quanto indicato dalle Linee Guida UE sugli Aiuti di Stato, che pure pongono dei paletti al suo sviluppo. Questo tema assume ancora più forza se si esamina il recente accordo tra Germania e Commissione Europea in merito all’applicazione delle Linee Guida UE per gli Aiuti di Stato sulla nuova legislazione tedesca relativa alla cogenerazione, al mercato elettrico e alle fonti rinnovabili. Attraverso una negoziazione bilaterale, infatti, la Germania si è assicurata una soluzione favorevole di compliance nazionale alle Linee Guida, evitando che per i nuovi impianti in assetto cogenerativo fosse completamente eliminata l’esenzione tariffaria e che tale esenzione fosse ridotta almeno del 20% per gli impianti esistenti.