Il ministero dell’Ambiente dà l’addio al rigassificatore di Trieste
Inviato un “preavviso di rigetto” dell’impianto Gnl di Zaule. Gas Natural non ha presentato proposte di localizzazioni alternative
Si chiama in gergo “preavviso di rigetto”: e anche se non è definitivo, è comunque il passo risolutorio del ministero dell'Ambiente verso la revoca della concessione per il rigassificatore di Zaule, vicino a Trieste.
La valutazione di impatto ambientale, concessa nel 2009, è scaduta dopo che era stata decisa una sospensione di sei mesi decisa lo scorso aprile dai ministri dell'Ambiente Clini, e dei Beni culturali Ornaghi, dopo che gli stessi avevano preso atto delle mutate situazioni del traffico marittimo a Trieste e delle prospettive di potenziamento delle attività previste dal Piano regolatore portuale. Il rigassificatore, se realizzato con le modalità progettate dalla Gas Natural, non appariva compatibile con il traffico portuale attuale e soprattutto con gli sviluppi futuri.
In questo arco di tempo, tuttavia, non si è verificata alcuna delle condizioni indicate dal decreto: la multinazionale spagnola Gas Natural – a capo del progetto che prevedeva un investimento a capitale privato superiore ai 500 milioni per la costruzione di un terminale di rigassificazione di gas naturale liquefatto – non ha presentato proposte di localizzazioni alternative, così come l'Autorità portuale di Trieste non ha affatto rivisto al ribasso le stime di traffico che l'avevano spinta a chiedere l’incompatibilità fra l’infrastruttura energetica e lo scalo. Gas Natural ha ora 10 giorni di tempo per presentare le proprie osservazioni.