Il petrolio dell’Artico. Via libera Usa al piano della Shell
Il governo ha posto alcune condizioni rigorose. Affinché le perforazioni della Shell possano iniziare questa estate mancano alcuni permessi da parte di agenzie federali, come l’Epa, e da parte dello Stato dell'Alaska
L'amministrazione Usa ha approvato, ponendo però alcune condizioni prescrittive, il piano della Shell per cercare giacimenti nell'Artico nel Mare dei Ciukci a nord dell’Alaska. Il via libera, annunciato dal Dipartimento degli Interni, era atteso e va messo in relazione anche con l’apertura delle ricerche di petrolio in Atlantico e nel Golfo del Messico.
La compagnia anglo-olandese non cerca giacimenti nell'Artico da alcuni anni; la sospensione delle attività petrolifere in quella zona venne decisa in seguito all'incidente della chiatta di perforazione Kulluk che, a Capodanno del 2013, si era arenata al largo dell'Alaska meridionale. La notizia ha scatenato le proteste degli ambientalisti, che avevano sollecitato l'amministrazione Obama a respingere il piano della Shell.
Affinché le perforazioni della Shell possano iniziare questa estate mancano alcuni permessi da parte di agenzie federali, come l’Epa, e da parte dello Stato dell'Alaska. Servirà anche l'autorizzazione del porto di Seattle a tenere la flotta delle navi tecniche almeno 6 mesi l'anno, durante l’inverno, quando il mare dei Ciukci è ghiacciato; gli ecologisti preparano manifestazioni di protesta nel porto di Seattle.
Gli ambientalisti preparano manifestazioni contro la nave tecnica Polar Pioneer che farà le ricerche petrolifere nell’Artico.
Intanto il Bureau dell'Ocean Energy Management ha dato il via libera al piano di esplorazione, dopo avere studiato le significative risorse ambientali, sociali ed ecologiche della regione e aver stabilito alti standard per la protezione del delicato ecosistema, delle comunità artiche e dei bisogni dei nativi dell'Alaska. Soddisfazione "per il segnale di fiducia ricevuto nei confronti del piano" è stata espressa dalla Shell.