Shell mette in vendita i suoi distributori in Italia. Non sono più redditizi
Saranno cedute quasi novecento pompe di benzina, assieme all’attività di rifornimento negli aeroporti e i servizi di fornitura alle aziende con relative infrastrutture, a partire dai depositi. Salvi i lubrificanti Extra-rete e Marina
Shell potrebbe dire addio alle 870 stazioni di servizio che in Italia espongono il marchio della conchiglia, uno dei più conosciuti a livello globale. Il gruppo anglo-olandese, uno dei big mondiali del settore e primo in assoluto per la rete di distribuzione di carburanti, “sta considerando - si legge in una nota - la potenziale cessione dei business rete, aviazione, supply e distribuzione in Italia”. Motivo? il business non risulta più profittevole.
Via dunque, oltre che dalle pompe di benzina, anche dall'attività di rifornimento negli aeroporti e, in generale dai servizi di fornitura alle aziende e dalle relative infrastrutture, a partire dai depositi. Non vengono toccati invece i lubrificanti Extra-rete e Marina.
L'idea del colosso petrolifero, presente nella Penisola dal 1912, è di continuare a operare nelle attività a valle della filiera petrolifera, ossia la raffinazione e la distribuzione, solo nei Paesi nei quali risulta conveniente. “La potenziale cessione è in linea con la strategia Shell volta a concentrare le attività globali del business downstream dove queste possono essere più competitive”, spiega la compagnia citando esempi recenti come quelli della vendita delle raffinerie nel Regno Unito e in Germania e delle attività downstream in Finlandia e in Svezia, oltre alla costituzione di joint venture in Brasile e in Africa.
Non sono invece in discussione, perché “offrono consistenti opportunità di crescita per Shell in Italia”, le attività upstream di esplorazione e produzione di petrolio, concentrate in Basilicata, e quelle nel gas dove, oltre a fornire gas metano alle industrie e ai grossisti, la società è impegnata con Erg per un rigassificatore in Sicilia.
Le attività che potrebbero passare di mano sono, oltre che gli 870 punti vendita, i rifornimenti negli aeroporti e, in generale i servizi di fornitura con le relative infrastrutture come i depositi.
“I business Lubrificanti Extra-rete e Marina non fanno parte di questo annuncio” sottolinea il gruppo petrolifero segnalando poi che l'eventuale disimpegno dal downstream ''non ha alcun impatto sui business Upstream e Gas & Power. L'Italia continua ad essere un paese importante per Shell”, conclude la nota.