Report Politecnico – Eolico e mini hydro vicini alla grid parity
Presentato a Milano il nuovo rapporto sulle rinnovabili elettriche non fotovoltaiche dell’Energy & strategy group. Accelera il biogas (più 264 MW nel 2012), frena il grande eolico. “I continui cambi di regole hanno sfiduciato gli operatori”
Frena il grande eolico italiano ma cresce il “mini”. Stesso scenario per l’idroelettrico dove corrono i piccoli impianti. Buone prospettive per il geotermico, con player come Sorgenia che annunciano investimenti importanti sotto il profilo finanziario e tecnologico. Biogas agricolo in accelerazione (più 264 MW nel 2012) ma sviluppo appena accennato per l’energia da biomasse agroforestali e da impianti di recupero energetico dei rifiuti.
È quanto emerso questa mattina al Politecnico di Milano-Bovisa in occasione della presentazione del primo “Report sulle rinnovabili elettriche non fotovoltaiche” dell’Energy & strategy group.
Per alcune fonti come l’eolico e il mini hydro, in situazioni particolarmente favorevoli – siti molto ventosi o fiumi con elevata portata d’acqua, – “le tecnologie rinnovabili sono vicine alla grid parity”, annuncia Vittorio Chiesa, direttore del gruppo di lavoro dell’ateneo milanese. Ciò significa che queste fonti verdi presentano “rendimenti interessanti anche in assenza di incentivi”.
Diversa la situazione degli impianti a biomasse. Come spiega l’analisi: la sola valorizzazione dell’energia elettrica al prezzo di mercato non permette di pagare i costi operativi. L’energia da biomasse è dunque sostenibile dal punto di vista economico se ricavata dagli scarti e dai sottoprodotti agricoli e forestali e dall’inserimento dell’impianto nella filiera locale. Cioè “a chilometro quasi zero”.
Eolico, nasce il “mercato secondario” – In totale nel 2013 la potenza eolica incentivata in Italia sarà pari a 532 MW. In particolare, riferisce il report, il mini eolico installato dovrebbe raddoppiare entro la fine del 2013 (nel 2012 è già cresciuto da 7 a 20 MW). Il decreto Rinnovabili ha messo a disposizione per l’anno in corso dei contingenti di potenza che, se sommati, arrivano a 1,36 GW per il settore nel suo insieme, ma più della metà è destinata a impianti offshore o rifacimenti per i quali non è stata registrata alcuna richiesta.
Secondo lo studio, insomma, “i continui cambi di regole hanno sfiduciato gli operatori”. Soprattutto a causa della complicazione nelle procedure di richiesta degli incentivi. Inevitabilmente stiamo assistendo alla nascita del “mercato secondario”: nell’ultimo anno si sono registrati passaggi di proprietà per oltre 550 MW di impianti in esercizio.
Gli obiettivi 2020 – Ma a che punto siamo con gli obiettivi “20-20-20”? Alcune fonti, come il fotovoltaico e l’idroelettrico, fanno già registrare risultati superiori al target – risponde il rapporto. Il primo produce addirittura l’80% di energia in più del tetto previsto dall’Europa al 2020. Altre fonti rincorrono: è il caso di eolico, bioenergie e geotermoelettrico.
De Sanctis (Edison): Sen coraggiosa sulle rinnovabili – La Strategia energetica nazionale, da poco approvata dal governo, “è stata coraggiosa sulle nuove energie”. È il parere di Nicola De Sanctis, responsabile fonti rinnovabili di Edison, espresso a margine della presentazione del report.
“Alzando al 38% al 2020 il target del 26% previsto dal Piano di azione nazionale, la Sen ha dato al paese obiettivi molto ambiziosi quanto a tasso di penetrazione delle rinnovabili elettriche rispetto ai consumi finali”, dice De Sanctis. Che promuove anche la semplificazione negli iter autorizzativi: “Ora – chiede – tocca alla regioni recepirle velocemente”.
Info: www.energystrategy.it