Energy & strategy group Polimi: l’efficienza può dimezzare la bolletta industriale
Ma a frenare lo sfruttamento dell’efficienza energetica tra le imprese italiane sono ritardi normativi e culturali, come denuncia il secondo “Energy efficiency report” del Politecnico di Milano. Nei prossimi anni il settore rischia di ottenere risultati limitati, con soli 16 TWh tagliati al 2020: cioè, il 25% del suo reale potenziale
Con l’efficienza energetica l’industria italiana potrebbe dimezzare i propri consumi e la relativa bolletta. Per la sola elettricità, il risparmio viaggia nell’ordine di 64 TWh entro il 2020. Lo ha calcolato il secondo “Energy efficiency report” presentato questa settimana al Politecnico di Milano, campus Bovisa, e messo a punto dall’Energy & strategy group dell’ateneo milanese.
Questi risultati, secondo i ricercatori, potrebbero essere ottenuti con tecnologie già esistenti, attraverso investimenti capaci di ripagarsi in un arco di tempo che va dai tre ai sette anni. A frenarne lo sfruttamento sono i ritardi normativi e culturali.
L’analisi arriva in un momento di grande attualità per il tema, se si considera che la Strategia energetica nazionale (Sen), recentemente predisposta dal governo e al momento sottoposta a consultazione pubblica, pone l’efficienza energetica al primo posto fra le priorità di intervento, accreditandole circa 60 (33%) dei 180 miliardi di investimenti complessivi e 8 (57%) dei 14 miliardi di risparmio da conseguire sulla “bolletta energetica” del paese da qui al 2020.
Ma il dossier del Politecnico milanese prevede che nei prossimi anni verranno ottenuti risultati limitati, con soli 16 TWh tagliati al 2020, pari al 25% delle possibilità reali. Un elemento addolcisce un poco il quadro: il 64% delle imprese del campione conosce le esco, le energy service company, e ha valutato o sta valutando l’opportunità di usufruire dei loro servizi.
Altri numeri: tra quelle che non sono costrette a farlo in base a precisi obblighi di legge, poco meno del 17% delle imprese censite dalla ricerca dispone di un energy manager. Solo il 22% adotta un approccio strutturato alla “gestione dell’energia”, contro un 69% di operatori che sceglie approcci di misura e controllo dei consumi energetici “rudimentali”. Un altro 15%, invece, non ha attivato neppure questi strumenti elementari. Ma, se all’industria manca la consapevolezza e lo slancio necessario per passare all’azione, quando questo slancio c’è è spesso frenato da problemi finanziari. Il mondo bancario, denuncia il report, è infatti ancora molto restio a finanziare interventi di messa in efficienza.
Scarica subito l’Energy efficiency report del Politecnico! (con registrazione)
www.energystrategy.it/report/eff.-energetica.html