Così si fa! Nel 2014 ricuperate 20mila tonnellate di pneumatici usati
Roma
Lun, 23/02/2015
redazione
È cresciuta del 15,9% la raccolta delle gomme d’auto. In testa Lombardia e Campania
L’anno scorso il sistema di raccolta degli pneumatici vecchi – uno dei manufatti più inquinanti e più difficili da smaltire – ha consentito al Comitato di gestione degli pneumatici fuori uso (Pfu) di raccogliere 19.453 tonnellate di gomme usate in Italia (+15,9% rispetto all’anno precedente), il 100% degli pneumatici che, successivamente alla demolizione, sono stati destinati al riciclo. Le operazioni di ritiro di pneumatici effettuate nei 1.365 autodemolitori dai 29 operatori abilitati, sono state 3.231 (+19%).
Sono alcuni dei dati presentati nei giorni scorsi in occasione della presentazione del primo report sulle attività del Comitato di gestione degli pneumatici fuori uso alla presenza del ministro dell’ambiente, Gian Luca Galletti, e del presidente dell’Aci-Automobile Club Italia, Angelo Sticchi Damiani.
Il documento contiene i traguardi raggiunti dal sistema nei suoi due anni di attività: con quasi 20.000 tonnellate di Pfu gestite, viene servita tutta la penisola in modo capillare, con puntualità e tempestività sulla base delle richieste di oltre 1.300 demolitori.
Il Comitato di gestione degli Pfu, costituito presso l’Automobile Club dal ministero dell’Ambiente nel 2011, ha raccolto nel suo primo report tutti i dati relativi al sistema di gestione delle gomme da demolizione nei primi due anni di attività.
I livelli più elevati di raccolta si raggiungono nelle regioni più popolose e in quelle dove maggiore è la presenza di demolitori: Lombardia (2.575 tonnellate raccolte con un incremento del 15,4%), Campania (2.376 tonnellate, con quasi il 9% in più rispetto al 2013) e Lazio (2.341 con un aumento di ben il 56,5%, la variazione più alta in Italia).
Il Comitato ha scelto di avviare il 100% degli Pfu al recupero di materia, il che ha permesso di risparmiare CO2: nel 2014 l’avvio al riciclo degli pneumatici derivanti dai veicoli a fine vita ha consentito di evitare l’emissione di quasi 39.000 tonnellate di anidride carbonica equivalenti.
