Inaugurata in Piemonte la più grande raffineria da bioetanolo del mondo
Ogni anno produrrà 75 milioni di litri di combustibile da scarti agricoli. L’investimento di 150 milioni di euro è di Beta Renewables, jv tra Biochemtex, società di ingegneria del gruppo Mossi Ghisolfi, il fondo americano TPGed e la danese Novozymes.
Produrrà 75 milioni di litri all’anno di bioetanolo “di seconda generazione”, ottenuto cioè con prodotti agricoli residuali, la bioraffineria inaugurata a Crescentino (Vercelli), alla presenza del ministro allo Sviluppo Economico Flavio Zanonato e del governatore del Piemonte Roberto Cota.
“È il primo impianto al mondo di questo genere”, ha spiegato Guido Ghisolfi, ad di Beta Renewables, joint venture tra Biochemtex, società di ingegneria del gruppo Mossi Ghisolfi, il fondo americano TPGed e la danese Novozymes, leader mondiale della bio-innovazione. L’impianto è il frutto di un investimento di 150 milioni di euro e occupa una superficie di 15 ettari. Darà lavoro diretto a un centinaio di persone e indiretto a 200.
Al progetto ha partecipato anche la Regione Piemonte, con un investimento di 3 milioni di euro. “Un impianto all’avanguardia nel mondo”, ha sottolineato Cota. “La Regione ha fatto la precisa scelta precisa di sostenere il sistema produttivo e gli investimenti in ricerca ed innovazione all’interno di una politica industriale che, invece, è mancata allo Stato centrale. Il governo regionale ha fatto tutto il possibile e anche di più e abbiamo fatto le nostre scelte sulle aziende che possono essere competitive”.
L’aspetto innovativo della bioraffineria risiede nella piattaforma tecnologica impiegata per ottenere il bioetanolo. La tecnologia Proesa, acronimo che sta per produzione di etanolo da biomassa, combinata con gli enzimi Cellic prodotti da Novozymes, utilizza infatti gli zuccheri presenti nelle biomasse lignocellulosiche per ottenere alcol, carburanti e altri prodotti chimici, con minori emissioni di gas climalteranti e a costi competitivi rispetto alle fonti fossili. Inoltre, produce biocarburanti che assicurano una riduzione delle emissioni di gas serra vicina al 90% rispetto all’uso di combustibili di origine fossile, notevolmente superiore alla riduzione raggiunta dai biocarburanti di prima generazione.