Mondo alla rovescia: la Calabria inventa una tecnologia che salva gli squali con un sms
Il sistema, messo a punto dal dipartimento di Ingegneria Informatica dell’Università della Calabria nell’ambito del progetto Shark Life, è stato sperimentato con successo nelle acque dell’isola dell’Asinara
Una telefonata allunga la vita… anche agli squali. Il celeberrimo claim pubblicitario è ancora attualissimo e si presta bene a descrivere un innovativo sistema realizzato per evitare che animali marini di grossa taglia, come lo squalo elefante, il pesce più grande del Mediterraneo, rimangano impigliati involontariamente nelle reti da posta mentre nuotano lungo le coste in cerca di plancton.
“Il congegno è in grado di rilevare e segnalare istantaneamente l'avvenuta cattura nelle reti da posta di diversi animali, non solo di squali” spiega Stefano Di Marco vice presidente nazionale del Cts e Responsabile del progetto. “Alle reti, infatti, sono applicate a intervalli regolari delle mini boe in grado di percepire attraverso sensori il peso dell’animale quando viene catturato. Visto che solitamente queste reti sono utilizzate per pescare piccoli animali come triglie e aragoste, animali di dimensioni superiori fanno scattare l’allarme nel gprs presente nella boa principale posta in superficie, che fa partire immediatamente un sms indirizzato a personale in grado di intervenire tempestivamente”.
Il sistema, messo a punto dal dipartimento di Ingegneria Informatica dell’Università della Calabria, è stato sperimentato nei giorni scorsi con successo nelle acque dell’Isola dell’Asinara nell’ambito del progetto SharkLife finanziato dalla Commissione europea con l’obiettivo specifico di ridurre le catture e la mortalità dello squalo elefante.
Attualmente la sperimentazione è in corso nel Parco nazionale dell’arcipelago della Maddalena e nel Parco nazionale dell'Asinara e in futuro in caso di cattura sarà proprio lo staff di questi parchi che interverrà per salvare l’animale da morte certa.