Da scarto a risorsa, l’Università di Trento studia il riciclo della CO2
Il progetto Pioneer punta a sviluppare una tecnologia al plasma per la trasformazione di energia elettrica rinnovabile in energia chimica
Al Dipartimento di Fisica dell'Università di Trento un gruppo di ricerca è al lavoro per trovare il modo di trasformare l'anidride carbonica in materia prima per l'industria chimica.
"Uno scenario energetico non più dominato dai combustibili fossili è il principale risultato da realizzare nel futuro prossimo venturo. In tale contesto si inserisce il progetto Pioneer, il cui obiettivo principale è sviluppare una tecnologia al plasma per la trasformazione di energia elettrica rinnovabile in energia chimica, convertendo CO2 in combustibili e composti chimici per l'industria", afferma Paolo Tosi, professore di Fisica sperimentale al Dipartimento di Fisica e coordinatore del gruppo di Fisica atomica e molecolare.
"Tale strategia - aggiunge - può realizzare due obiettivi: accumulare energia rinnovabile in combustibili e trasformare CO2 da prodotto di scarto a materia prima per l'industria chimica. Entrambi questi obiettivi vanno nella direzione di una minore dipendenza dalle fonti fossili di carbonio".
Quest'anno la Commissione europea ha finanziato un progetto (Pioneer - Plasma catalysis for CO2 recycling and green chemistry, H2020) per il coordinamento a livello europeo di diverse scuole di dottorato, con Trento unica università italiana, per la formazione di una nuova generazione di ricercatori e ricercatrici nel campo dell'energia rinnovabile. Il gruppo coordinato da Tosi è concentrato sulle modalità per trasformare l'anidride carbonica da scarto in risorsa. Le metodologie possono essere diverse. Il team trentino usa scariche elettriche per dissociare l'anidride carbonica e promuoverne l'idrogenazione.