Clima. Cingolani al Consiglio Ue, lavoriamo insieme per attuare la Strategia di adattamento
“Gli obiettivi di resilienza devono essere incorporati nella ripresa post-Covid”
“L’Italia accoglie positivamente l’intenzione della Commissione europea di lavorare in stretta collaborazione con gli Stati membri sull’attuazione della nuova Strategia per l’adattamento ai cambiamenti climatici. Siamo convinti che anche l’adattamento a livello locale ne trarrà beneficio”.
Lo ha affermato il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani intervenendo per la prima volta, in modalità videoconferenza, al Consiglio Ambiente Ue.
“Siamo favorevoli - ha proseguito Cingolani - all’idea di rafforzare l’azione internazionale in tema di adattamento, trattandosi di un argomento trasversale dell’azione esterna degli Stati membri, così come accade per l’agricoltura, il commercio e la sicurezza. Come affermato nella nuova Strategia europea, gli obiettivi di adattamento e di resilienza devono essere incorporati negli sforzi di ripresa dalla pandemia. Per questo motivo, e per il severo monito che proviene dalla comunità scientifica sulle conseguenze dei cambiamenti climatici, concordiamo sulla necessità di accelerare gli sforzi per sviluppare e implementare soluzioni basate sulla natura che, oltre a ridurre i rischi climatici, siano in grado di cogliere tutte le potenzialità, nella ferma convinzione che l’adattamento non sia solo un costo, ma un investimento redditizio”.
I tre dividendi
Il ministro ha inoltre osservato che “il tema dell’adattamento sta assumendo un’importanza crescente. Le soluzioni sono, nella maggior parte dei casi, senza rimpianti (‘no regret’), nel senso che sono meritevoli di essere perseguite indipendentemente dall’evoluzione climatica effettiva, visti i molteplici benefici collaterali che ne derivano. Soprattutto le soluzioni basate sulla natura e le misure di prevenzione del rischio di catastrofi consentono il raggiungimento del cosiddetto triplo dividendo dell’adattamento, che significa la capacità di: 1) prevenire in futuro ulteriori perdite umane, naturali e materiali; 2) di generare benefici economici, riducendo i rischi, aumentando la produttività e stimolando l’innovazione; 3) apportare benefici sociali, ambientali e culturali”.
I limiti del localismo
Cingolani ha poi sottolineato che “è necessario colmare il divario di conoscenze sull’adattamento che esiste tra i diversi territori, come è attualmente in Italia tra le Regioni e tra i Comuni. In Italia il ministero della Transizione Ecologica è impegnato a dare attuazione alla Strategia nazionale per l’adattamento ai cambiamenti climatici attraverso il Piano nazionale per l’adattamento, adesso in fase di valutazione ambientale strategica. Siamo favorevoli all’idea di rafforzare l’azione internazionale in tema di adattamento, poiché si tratta di un ambito trasversale dell’azione esterna degli Stati membri, così come accade per l’agricoltura, il commercio e la sicurezza”.