La politica e l’ambiente. Cingolani, 80 miliardi in 5 anni per decarbonizzare
Telefonata con Kerry, delegato di Biden per il clima. I ministri Cingolani e Orlando alla presentazione del master Mate: “La transizione ecologica sia inclusiva”
Ottanta miliardi di euro in cinque anni per decarbonizzare l'Italia. Ottanta miliardi del Recovery Plan per far ripartire l'economia dopo il coronavirus, traghettando il paese dall'era delle fonti fossili a quella delle rinnovabili, dalla brown alla green economy, dall'economia del consumo a quella circolare, del riciclo. È la scommessa del ministro della Transizione ecologica, il tecnico Roberto Cingolani, e di tutto il governo Draghi. Il ministro ha tirato fuori i numeri degli investimenti del suo dicastero parlando al telefono con l'inviato del presidente Biden sul clima, John Kerry. Inoltre, “la transizione ecologica serve ai bambini di oggi per dare loro la possibilità tra cinquanta o sessant’anni di diventare nonni. Non esiste più una trattazione verticale, tutti gli ambiti come il lavoro, l’economia, l’ambiente, l’utilizzo delle risorse e la salute sono correlati”: lo ha detto il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, intervenendo alla presentazione del Master Mate - Management della Transizione Ecologica, organizzato dall’Università di Modena e Reggio Emilia in collaborazione con l’associazione Tes.
"Il piano di ripresa italiano allocherà 80 miliardi di euro in 5 anni in progetti verdi che riguardino una accelerazione della de-carbonizzazione", ha spiegato Cingolani a Kerry. L'obiettivo primario dell'Italia è rispettare l’obiettivo Ue di ridurre le emissioni di gas serra del 55% al 2030 rispetto ai livelli del 1990: un target alzato di recente dalla Commissione di Ursula Von der Lyen (prima era il 40%). Ma, ha aggiunto Cingolani con Kerry, "noi puntiamo a un taglio del 60% delle emissioni al 2030".
D'altronde, l'Unione europea, nel dare i suoi aiuti per la ripresa post-pandemia, ha posto condizioni chiare: il 37% dei soldi del Next Generation Eu dovranno andare a investimenti per il clima e la transizione ecologica. Il 37% di 209 miliardi sono 77 miliardi, cioè grosso modo quello che il governo vuole investire sul green nei prossimi cinque anni. Per Cingolani, “oltre all’aspetto tecnico ci sarà anche una base della transizione che riguarda le scienze umane, la società andrà organizzata in modo più moderno e inclusivo. È una sfida storica, sociale, tecnologica”.
La decarbonizzazione dell'Italia, secondo Cingolani, avverrà con "Recovery Fund, massicci investimenti in nuove tecnologie, una forte spinta all'idrogeno verde e blu, una trasformazione radicale del settore dell'acciaio in senso sostenibile, scommessa su mobilità e trasporti sostenibili, stimolo all'autoproduzione di energia nel settore agricolo e accrescimento del contributo dell'agricoltura al contrasto del cambiamento climatico, rilancio della riforestazione quale strumento nell'ottica di carbon capture, varo di un ambizioso programma di monitoraggio delle criticità del Paese con un sistema innovativo di osservazione integrato tramite satelliti, droni e sensori a terra".
Alla presentazione del master Mate è intervenuto anche il ministro del Lavoro (e ministro dell’Ambiente durante il Governo Letta), Andrea Orlando, secondo cui “la transizione ecologica deve essere inclusiva anche dal punto di vista sociale, vanno ripensati gli ammortizzatori sociali e l’inclusione deve tenere dentro tutto il sistema produttivo. Non ci sono solo eccellenze: dovremo realizzare un’evoluzione anche per la cosiddetta brown economy e occorreranno strumenti tutti italiani perché una struttura produttiva come la nostra in cui si è detto che il piccolo è bello potrà avere più difficoltà”. Traghettare il paese dalle fonti fossili alle rinnovabili è un'impresa epocale, che richiede investimenti giganteschi. Ma è anche un'impresa necessaria, per non subire i disastri planetari del riscaldamento globale. In quest'ottica, il Piano Marshall della Ue per il dopo-pandemia diventa un'occasione da non sprecare per compiere questa transizione. Le grandi aziende italiane hanno già fiutato il vento e si preparano a intercettarlo.
In dettaglio: il Master Mate
Il Master Mate si svolgerà da aprile a novembre, le iscrizioni sono aperte fino al 7 aprile. Il costo è più basso rispetto alla media perché, ha detto il direttore dell’associazione Tes (Transizione Ecologica Solidale) Michele Fina “abbiamo deciso di aprire questa opportunità al maggior numero possibile di persone. La nostra associazione esiste da tre anni, ora la formula è diffusa e siamo contenti che sia stato istituito un dicastero ad hoc. Il Master costruito assieme all’Università di Modena e Reggio Emilia punta a costruire figure che nel pubblico e nel privato possano accompagnare il processo di transizione ecologica”.
Il master, secondo il professor Carlo Adolfo Porro, rettore dell’Università di Modena e Reggio Emilia, è “uno sforzo collettivo che richiede diversi livelli: visione strategica, creazione di competenze che questo corso di prefigge di realizzare, sforzo condiviso, impegno di comunità. È emblematico che abbia sede in un’Università di un territorio con grande tradizione di sinergia tra i diversi attori”. Il professor Alberto Melloni, direttore del Master, lo ha definito un “esempio di collaborazione tra realtà accademica e associazioni. C’è l’esigenza di affrontare questa tematica attraverso il sapere”. Per Cristina Balbo, direttrice regionale di Intesa–San Paolo, “cresce la consapevolezza che essere sostenibili conviene, le aziende sostenibili sono quelle più produttive e il mercato riconosce loro un premio”.
Il video della presentazione del Master Mate: https://www.youtube.com/watch?v=QLni...
Per saperne di più: https://www.mastertransizioneecologi...