Clima. Lo strappo di Trump. I rischi per le foreste con incendi e parassiti
Secondo una ricerca, i cambiamenti climatici hanno il potere di aumentare la frequenza e l’intensità dei disturbi che fanno parte della dinamica naturale delle foreste
Se dopo lo strappo del presidente Donald Trump per uscire dall’Accordo di Parigi franassero le politiche a tutela del clima, i cambiamenti climatici potrebbero costituire una grande minaccia, non solo diretta, per le foreste di tutto il mondo, perché aumenteranno il rischio di eventi estremi in grado di danneggiare, anche permanentemente, i polmoni verdi della Terra.
A lanciare l’allarme è un'analisi condotta da una squadra internazionale di ricercatori, anche italiani, pubblicata sulla rivista Nature Climate Change. Esempi dei fattori di stress sono in primo luogo gli incendi, spiega Giorgio Vacchiano, ricercatore nel Centro comune di ricerca (Jrc) che la Commissione Europea ha a Ispra, fra gli autori dell'articolo.
Roghi più intensi e frequenti incideranno "soprattutto nelle foreste boreali", dice. Altri fattori di rischio sono "le tempeste e gli attacchi da insetti, in particolare nelle foreste temperate, comprese quelle europee". In Italia, aggiunge Vacchiano, "le aree attualmente più a rischio da questo punto di vista sono i territori montani, dove si concentra la maggior parte delle foreste, dove il loro ruolo è più importante e dove i cambiamenti climatici sono più rapidi".
Basata sulla sintesi di circa 600 studi pubblicati negli ultimi 30 anni, la ricerca evidenzia che i cambiamenti climatici hanno il potere di aumentare frequenza e intensità dei disturbi che fanno parte della dinamica naturale delle foreste. La catena di eventi può essere complessa e quindi più difficile da rilevare - e qui sta la novità di questo studio, sottolinea Vacchiano - ma non per questo meno forte.
Ad esempio, piogge più intense o lo scioglimento del permafrost possono rendere il suolo più saturo di acqua e quindi gli alberi più instabili in presenza di forti venti. I tronchi abbattuti dal vento possono poi rappresentare una camera di incubazione per gli insetti che si nutrono di legno, che possono proliferare e rafforzare il danno in un secondo momento.
Se la frequenza e l'intensità di questi eventi aumenta troppo velocemente, come è pensabile che avvenga a causa dei cambiamenti climatici, spiega Vacchiano, "è possibile che la capacità di adattamento delle foreste venga battuta sul tempo" dai cambiamenti climatici. Con serie conseguenze: "Alcuni dei servizi che le foreste rendono all'uomo, come la protezione da valanghe e alluvioni, la mitigazione del cambiamento climatico o la semplice possibilità di passeggiare nei boschi, rischiano di venire meno".
La soluzione? "Continuare la lotta ai cambiamenti climatici, abbattendo il più possibile le emissioni di CO2 in atmosfera dovute ad attività industriali, di trasporto e alla produzione di energia".
Inoltre è possibile gestire le foreste in modo da renderle più resistenti o per lo meno in grado di riprendersi più velocemente. Su questo, conclude il ricercatore, si sta concentrando molta ricerca italiana e internazionale.