Leggende urbane: in Sardegna proteste contro il deposito nucleare
È stata necessaria anche una lettera ufficiale del Governo per smentire: e ovviamente ha aumentato la cospirologia
In Sardegna s’è diffusa la voce che sarà imposto all’isola il compito di ospitare il futuro deposito nucleare. Il Governo è dovuto intervenire per smentire la voce, ottenendo l’effetto contrario della ridda di sospetti e di complottologie.
In gennaio la Sogin (la Spa del nucleare) ha completato la mappa dei luoghi italiani che hanno le caratteristiche idonee a ospitare il futuro stoccaggio di rifiuti nucleari, in sostituzione dei molti stoccaggi provvisori e insicuri disseminati per il Paese. La mappa è stata poi validata dell’Ispra e ora è all’esame dei ministeri dello Sviluppo economico e dell’Ambiente. Il documento, segreto, non dice il luogo in cui l’impianto sarà costruito ma delinea tutte le possibili località tecnicamente adeguate. La scelta avverrà pubblicamente sulla base delle candidature delle diverse località interessate a ospitare il deposito e il centro ricerche, e a ricevere i cospicui incentivi.
"La Regione Sardegna si oppone con fermezza all’ipotesi di localizzare nel suo territorio la sede del deposito nazionale di rifiuti radioattivi a bassa e media attività". A ribadirlo in una lettera inviata ai ministri dell’Ambiente e dello Sviluppo economico è l’assessore alla Difesa dell’Ambiente Donatella Spano. È impensabile che la Sardegna ”possa essere ritenuta sede del deposito. La Sardegna ha già dato fin troppo", afferma Spano. "Le letterine non bastano ed è assurdo che una questione di vitale importanza per la nostra terra sia demandata ad un assessore". Questo il commento su Facebook alla lettera dell’assessore Spano dell’ex presidente della Regione Ugo Cappellacci.
La nomina del direttore generale dell’Isin (Ispettorato per la sicurezza nucleare e la radioprotezione) è "all’attenzione del consiglio dei ministri". Lo ha precisato il ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi, durante un’audizione in Parlamento davanti alla commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti. La nomina di Antonio Agostini, ha detto Guidi, "è all’attenzione del consiglio dei ministri. Sulla nomina del Dg abbiamo già acquisito il parere favorevole della proposta del dottor Agostini dalle commissioni parlamentari. Siamo in attesa di delibera del Cdm, ma l’iter è in fase finale".
Secondo Guidi, l’Italia avrà bisogno di più tempo per portare a termine la valutazione del programma nazionale per la gestione del combustibile esaurito e dei rifiuti radioattivi richiesta dalle normative Ue. Il trasporto in Francia per il trattamento di 235 tonnellate di combustibile nucleare "non si completerà nel 2015, ma nel 2016".
Nel frattempo, i ministeri dello Sviluppo economico e dell’Ambiente hanno precisato che “non è stata scelta ancora alcuna area per il deposito delle scorie nucleari. La procedura per definire il luogo che dovrà ospitarlo segue fin dal suo avvio un iter trasparente e aperto al massimo coinvolgimento di cittadini e istituzioni locali. In questo momento sono in corso le valutazioni tecniche dei ministeri competenti, Ambiente e Sviluppo”. Il testo della carta verrà trasmesso nuovamente a Sogin, che lo renderà pubblico nel tempo necessario ad adeguarlo alle prescrizioni dei dicasteri. “Seguirà una fase di consultazione pubblica della durata di quattro mesi, cui prenderanno parte le regioni e gli enti locali interessati, i rappresentanti dei cittadini e la comunità scientifica”.