Lo scienziato scopritore dell’effetto serra lascia la Nasa. Farà l’attivista
Sotto la presidenza Bush, James Hansen fu censurato, controllato e arrestato. Ora per lui “attivismo senza bavagli”
James Hansen, lo scienziato americano che alla fine degli anni Novanta fu tra i primi a lanciare l’allarme per l’effetto serra, ha deciso di lasciare l’agenzia spaziale Usa per fare l’attivista a tempo pieno “senza i bavagli del governo”. Hansen, alla Nasa dal 1967, dirigeva il Goddard institute for space studies: durante l’amministrazione Bush era diventato “sorvegliato speciale” del presidente, che aveva chiesto che ogni sua presa di posizione pubblica – conferenze, studi, interviste, articoli, analisi sul sito web del centro – fosse preventivamente revisionata dagli addetti alle pubbliche relazioni dell’agenzia.
Il primo allarme lanciato da Hansen sul global warming risale al 1998. Da allora lo scienziato era diventato sempre più attivo e sempre più senza peli sulla lingua. “Dopo aver passato tre o quattro anni a contatto con l’amministrazione Bush – ha detto qualche anno fa in una intervista – mi sono accorto come non prendessero nessuna misura per affrontare il cambiamento climatico. Così decisi di fare una conferenza, poi un’altra ancora, poi di partecipare a manifestazioni di protesta e perfino di farmi arrestare per sensibilizzare l’opinione pubblica”.
L’ultimo fermo dello scienziato risale allo scorso febbraio: Hansen era finito in manette davanti alla Casa Bianca durante una manifestazione contro il progetto del Keystone Xl pipeline, un gasdotto che dovrebbe portare il petrolio del Canada alle coste del golfo del Messico.